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Grazie al web aiutare i bisognosi dall'altro capo del globo è più facile che mai, ma non tutti sono mossi da nobili intenzioni
BERNA - Due settimane da volontario per aiutare gli orfanelli in Nepal? Puoi farlo per 650 franchi, aiutare in un asilo nido a Bali? Bastano 750 franchi ed è fatta. Se si vuole fare del bene, grazie alla potenza del web c'è solo l'imbarazzo della scelta e sono in molti ad approfittarne. Ma attenzione, perché non tutti sono mossi da buone intenzioni.
Stando alla Protezione dell'infanzia svizzera, infatti, sarebbero molti i pedofiliche approfitterebbero di queste possibilità per avvicinarsi alle loro vittime. «Per i predatori sessuali sono occasioni d'oro», conferma l'esperta di turismo sessuale infantile Talia Bongni, «nessuno li conosce, possono agire indisturbati e, in seguito, è difficilissimo rintracciarli».
Secondo uno studio recente della Polizia olandese, il 15% dei casi di abusi su minorenni all'estero sono perpetrati persone coinvolte in progetti di aiuto internazionale. E anche in Svizzera ci sono dei precedenti: nel 2011, infatti, un assistente di volo era stato condannato per aver abusato di due orfani durante un soggiorno d'aiuto in India.
Bongni è categorica: sono necessari più controlli da parte degli enti che selezionano i volontari. Attualmente solo una minoranza di questi chiede di presentare un estratto del casellario giudiziario. Esiste un formulario per segnalare una possibile persona sospetta all'Ufficio federale di polizia ma viene usato raramente: «Soprattutto nei paesi più poveri è difficile che i famigliari delle vittime finiscano per rivolgersi a un professionista per avere assistenza legale», spiega la portavoce Lulzana Musliu.
Le aziende che organizzano i viaggi, interpellate da 20 Minuten, hanno confermato di essere a conoscenza del problema. Alcune, come Globetrotter, confermano di verificare sempre i precedenti penali di chi vuole fare volontariato con i bambini.
