I guidatori dei camion saranno sottoposti a un colloquio personale. Questo, del resto, avviene già da tempo
ZURIGO - Per la Street Parade in programma per il 13 agosto prossimo centinaia di migliaia di persone si riverseranno per le strade della città sulla Limmat. Dopo gli attacchi di Nizza e di Ansbach in Germania, però, la preoccupazione per un evento così affollato sale.
Il portavoce della manifestazione, Stefan Epli, rassicura: «Il concetto di sicurezza della Street Parade viene rivisto ogni anno insieme alla polizia della Città di Zurigo e ciò avviene da 24 anni. Lo stesso è successo quest’anno», spiega. Informazioni più dettagliate su tali misure, tuttavia, non verranno fornite, sottolinea.
Gli autisti dei camion saranno esaminati - Siccome anche un camion ─ Nizza tragicamente insegna ─ può trasformarsi in un’arma, i nuovi autisti dei carri che percorreranno il lungolago saranno sottoposti a colloqui individuali in collaborazione con la polizia cittadina. Ciò, tuttavia, avviene da tempo poiché già prima si poteva prevedere un pericolo del genere: «La maggioranza dei guidatori partecipa da anni e li conosciamo personalmente», precisa Epli.
Dopo l’attacco di Monaco il sindaco della città tedesca ha valutato l’opportunità di introdurre il divieto di portare lo zaino. Una simile proibizione, però, sarebbe irrealistica in una manifestazione senza controlli agli ingressi come la Street Parade, commenta Judith Hödl della Comunale zurighese. La portavoce aggiunge però: «La Polizia della Città di Zurigo tiene conto costantemente di ciò che avviene in altri Paesi per elaborare le proprie valutazioni e pianificazioni per la Street Parade», precisa.
«Ci andrò senza paura» - Il consigliere nazionale Udc Hans-Ueli Vogt è un partecipante entusiasta della kermesse zurighese. «Ci andrò senza paura», commenta. D’altronde, ricorda, bisogna sempre essere consapevoli che eventi simili a quanto accaduto in Germania possono sempre verificarsi in un grande evento. «Sono favorevole a che la sicurezza sia innalzata attraverso una maggiore sorveglianza e un’aumentata presenza di polizia ─ premette ─. Tuttavia, nella mia vita privata non mi lascio influenzare dalle valutazioni della minaccia terroristica».
L’11 settembre 2001, del resto, il parlamentare si trovava a New York ed è stato testimone dei terribili attentati di quel giorno: «La vita è rischiosa e basta», commenta.
«Non lasciarsi terrorizzare» - Secondo Vogt, infine, vietare qualsiasi cosa dopo un attentato è sbagliato. «Di base una società non dovrebbe lasciarsi spaventare dal terrorismo e limitare la propria libertà», spiega.