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CANTONEGames chat, zone a rischio? L'esperta: «Non lasciateli mai da soli»

27.06.16 - 18:27
Paul è stato ghermito mentre videogiocava, la minaccia è reale? Come ci si può difendere? «Innanzitutto mai dire in chat la propria età»
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Games chat, zone a rischio? L'esperta: «Non lasciateli mai da soli»
Paul è stato ghermito mentre videogiocava, la minaccia è reale? Come ci si può difendere? «Innanzitutto mai dire in chat la propria età»

LUGANO - Lo ha avvicinato sulla chat del videogioco per computer “Minecraft” e dopo l'ha rapito. La storia di Paul (12 anni) e del suo aguzzino (un cittadino tedesco 35enne) ha scioccato l'opinione pubblica anche perché ci ha ricordato che, se c'è di mezzo l'online, nemmeno un parco giochi che diverte in maniera inoffensiva milioni e milioni di giovanissimi, è un luogo sicuro.

Anche il gioco più innocuo (se è sul web) è a rischio - Già perché “Minecraft” di contenuti discutibili praticamente non ne ha: pensate ai Lego e metteteli in un mondo tridimensionale, ecco fatto. Eppure basta la componente web multi-utente e una chat perché un gioco di qualsiasi genere, possa diventare una piattaforma per malintenzionati di ogni risma. E, la cosa brutta, è che questi canali sono praticamente sempre al di fuori dei radar della polizia.

Mondi impossibili da monitorare - Come ci ha confermato la Fedpol - a causa del numero quasi infinito di prodotti, server e quant'altro - gli scambi di messaggi in questi mondi virtuali non vengono monitorati delle autorità. Stando sempre a loro, inoltre, per ora in Svizzera non esiste né una statistica né una casistica relativa all'attività di criminali e predatori nelle chat di gioco.

«Non lasciamoli mai soli, parliamo con loro» - Come possono, quindi, le famiglie ad aiutare i loro figli a difendersi quando si divertono online? «Bisogna insegnare loro che sul web, come nella vita vera, esistono persone disoneste», ci spiega Chantal Billaud della Prevenzione Svizzera della Criminalità, «così come nessuno lascerebbe suo/a figlio/a da solo per le strade di un quartiere malfamato, lo stesso deve valere su internet dove non esistono barriere di spazi e tutti possono andare dove vogliono, quando vogliono».

«Mai dire la propria età» - La chiave di tutto è saper riconoscere la mistificazione e riportarla con puntualità: «Un bambino ben informato e ben seguito dai genitori, parla con loro degli incontri "strani" che ha fatto sul web e deve sapere come difendersi, bloccare chi gli invia messaggi inappropriati e segnalarlo a chi gestisce il servizio». E non finisce qui: «Fra le regole auree da seguire», continua Billaud, «c'è il divieto assoluto di svelare la propria età, il proprio nome e cognome o qualsiasi informazione personale sensibile».

«La polizia saprà ascoltarvi» - E nel caso di un contatto inappropriato, come è meglio comportarsi? «Contattare la polizia è la cosa più saggia, anche solo per chiedere consiglio. Solitamente questo tipo di segnalazioni vengono prese con grande serietà. Se possibile conservate il maggior numero di informazioni in vostro possesso (foto della chat, ora esatta del contatto), potranno essere utili agli inquirienti. Eventualmente si può anche anche utile contattare il Servizio nazionale di coordinazione per la lotta contro la criminalità su Internet (SCOCI)».

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