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NEUCHÂTEL - Le proteste effettuate alla fine del 2015 nell'edilizia hanno fatto salire il numero delle persone che hanno partecipato l'anno scorso ad uno sciopero. Sono stati infatti ben 13'437 i salariati rimasti coinvolti in un conflitto collettivo di lavoro, contro una media di 1300 nei sei anni precedenti.
Il censimento ufficiale conta 13 casi di sciopero o serrata che hanno durato almeno un giorno di lavoro, secondo le cifre pubblicate oggi dall'Ufficio federale di statistica (UST). In totale, il fenomeno ha interessato 164 imprese o stabilimenti.
È aumentato anche il numero delle giornate lavorative perse: sono state 13.274, quattro volte più della media nel periodo 2009-2014. Bisogna infatti risalire alla crisi del 2008 per trovare l'ultimo alto valore (13.644), anche se non si erano raggiunti i picchi del 2002 (21.447) o del 2004 (39.915)
Nel 2015, il fenomeno si spiega essenzialmente con le giornate di protesta nel settore principale della costruzione. Organizzate in occasione del rinnovo del Contratto nazionale mantello erano state indette dai sindacati Unia e Syna, afferma Daniel Lampart, segretario generale dell'Unione sindacale svizzera(USS). Anche l'abbandono a metà gennaio 2015 del tasso minimo di cambio del franco con l'euro ha avuto delle ripercussioni, ma in modo limitato. Un caso è avvenuto anche in Ticino.
Dal 1927 sono censiti ufficialmente i conflitti collettivi di lavoro che provocano l'arresto del lavoro, precisa l'UST. L'indagine relativa coinvolge partner sociali, imprese e amministrazioni pubbliche colpite da sciopero o serrata.
