L'ex procuratrice federale è scettica che il Consiglio federale abbia ordinato al Ministro pubblico della Confederazione dell'epoca di archiviare l'inchiesta contro gli attentatori del volo Swissair
BERNA - In relazione all'attentato contro un velivolo Swissair a Würenlingen (AG) nel 1970 ad opera di terroristi Palestinesi, rimasto impunito, l'ex procuratrice federale Carla Del Ponte non crede che il Consiglio federale abbia ordinato al Ministro pubblico della Confederazione (MPC) dell'epoca di archiviare l'inchiesta contro gli attentatori.
In un'intervista rilasciata a radio DRS, Del Ponte ha ricordato di aver ripreso in mano il fascicolo del caso nel 1995 mossa da un'unica motivazione: giustizia per le vittime.
Nel corso della sua indagine ha sostenuto di non aver subìto alcuna pressione politica. Negli atti dell'inchiesta aperta dopo l'attentato, l'ex procuratrice federale ticinese ha dichiarato di non aver trovato alcun documento che potesse far pensare a pressioni del Consiglio federale affinché l'indagine venisse insabbiata o un qualsivoglia accordo segreto.
Quanto alle ragioni della seconda archiviazione nel 2000, Del Ponte ha detto di non conoscerne i motivi. All'epoca si trovava infatti già all'Aia quale procuratrice capo del Tribunale penale internazionale per i crimini commessi nella ex Jugoslavia.
L'attentato di Würelingen, in cui perirono 47 persone, rappresentò il punto più drammatico di tutta una serie di attacchi su territorio elvetico perpetrati tra il 1969 e il 1970 ad opera di terroristi palestinesi ricostruiti dal giornalista e storico Marcel Gyr in un libro appena pubblicato ("Schweizer Terrorjahre").
Per porre fine a questa ondata di attacchi, Gyr ipotizza l'esistenza di un accordo segreto raggiunto dall'allora Consigliere federale Pierre Graber (PS), "ministro degli esteri", con l'allora responsabile degli affari esteri dell'Organizzazione per la liberazione della Palestina (OLP), Faruq al-Qaddumi.
L'incontro, tenutosi all'insaputa del Consiglio federale, sarebbe avvenuto a Ginevra grazie ai "buoni uffici" dall'ex consigliere nazionale Jean Ziegler (PS). In cambio della fine degli attentati, la Svizzera si sarebbe poi dovuta impegnare per un riconoscimento diplomatico dell'OLP da parte della comunità internazionale (apertura di un ufficio alla sede ONU di Ginevra).