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SVIZZERAQuanta Svizzera è rimasta dietro ai nostri marchi?

05.02.16 - 10:41
Syngenta sta per diventare cinese. Cosa sta succedendo con i marchi legati alla nostra tradizione? Dall'Aromat al Toblerone ecco come la Svizzera perde pezzi
Quanta Svizzera è rimasta dietro ai nostri marchi?
Syngenta sta per diventare cinese. Cosa sta succedendo con i marchi legati alla nostra tradizione? Dall'Aromat al Toblerone ecco come la Svizzera perde pezzi
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LUGANO - Alzi la mano chi non ha avuto almeno una volta in cucina l'Aromat. Il condimento della Knorr è considerato da sempre uno dei prodotti più amati dalla popolazione svizzera. Per non parlare dell'Ovomaltina, la polverina al cioccolato che quando la nominiamo all'estero nessuno capisce. Oppure il celebre Toblerone bernese, delizia per i nostri palati. Ma quanta Svizzera resta ancora davvero dietro a questi marchi? Insomma prodotti che appartengono ad aziende che ormai di svizzero hanno ben poco.

L'Aromat ad esempio è in mano alla multinazionale olandese Unilever, l'Ovomaltine è di proprietà della britannica Associated British Foods, mentre il Toblerone appartiene all'impero del gigante alimentare statunitense Mondelēz International. Mercoledì l'ultima mazzata per il nostro orgoglio svizzero: i cinesi hanno puntato gli occhi su Syngenta, e sborsando la bellezza di 44 miliardi di franchi hanno deciso di comprarsi il colosso svizzero della chimica, attiva nella produzione di semi e prodotti per l'agricoltura.

Ma a noi clienti interessa davvero sapere se un prodotto svizzero appartenga o meno alla nostra nazione? Siamo davvero così nazionalisti e legati alle tradizioni? In linea di principio sembrerebbe di sì. Stando a quanto dicono gli esperti sembra che per il consumatore sia molto importante che un prodotto svizzero appartenga a tutti gli effetti a una società svizzera.

Christian Fichter è uno psicologo dei consumi della Scuola Superiore Kalaidos a Zurigo, e dice: "Capita che molti marchi di proprietà ormai di società straniere siano fortemente impregnati di nazionalismo svizzero. Da qui il consumatore dovrebbe capire che il marchio non appartiene più al nostro paese". Insomma più un prodotto esagera a livello grafico con l'immagine della Svizzera, e più dovrebbe nascere in noi il sospetto che il prodotto ormai viene fatto fuori casa.

Il fatto che molte aziende svizzere siano finite in mani straniere ha fatto storcere il naso a più di una persona. La popolazione è profondamente indignata. Forse non per il caso Syngenta, visto che il mercato agro-chimico è sconosciuto alla maggioranza dei consumatori svizzeri. Ed è proprio qui che dovrebbero intervenire i contadini e gli agricoltori elvetici che usano i prodotti Syngenta sui loro campi. «I prodotti Syngenta sono beni d’investimento poco legati all’immagine del nostro Paese» sottolinea Fichter.

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COMMENTI
 

sedelin 8 anni fa su tio
troppo da consumare, basta poco (ma di qualità) quando le masse l'avranno capito non ci sarà più bisogno di aromat e molto altro.

censurato 8 anni fa su tio
Vabbè, poi però abbiamo Nestlé che controlla metà delle aziende alimentari del mondo...

Thor61 8 anni fa su tio
Risposta a censurato
E che magari a breve finisce anche quella in mano cinese o araba ;o((( Saluti

GI 8 anni fa su tio
Ancor meglio se acquistiamo "prodotti a km zero" !

Calimero1 8 anni fa su tio
Risposta a GI
si, sono d'accordo. compriamo prodotti a km 0, almeno sappiamo che sono svizzeri

spank77 8 anni fa su tio
Risposta a GI
Un giorno sarà cosi. La mentalità delle persone - a mio avviso - sta cambiando. La regola "molto con poco" ossia prediligere la maggior quantità a poco prezzo sta arrivando al capolinea. Sempre più consumatori iniziano finalmente a prediligere la qualità e tutto ciò che ruota intorno, insomma la regola "meglio meno ma di qualità".

Siebenäsch 8 anni fa su tio
Quando dall'estero non compreranno più aziende svizzere dovremo iniziare a preoccuparci perché vorrà dire che l'imprenditoria svizzera non ha più niente da dire.
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