Il cuoco sulle pagine di Libération: «Oggi la celebrazione degli chef in tv è esagerata»
CRISSIER (VD) - Soddisfazione per la propria carriera, motivazione, progetti ma anche una malcelata vena malinconica quella che traspare dall'ultima intervista del super-chef Benoît Violier.
A scambiare quattro chiacchiere con lui, solo tre giorni prima della sua morte, un giornalista del celebre quotidiano francese Libération al quale, dopo un complimento per il suo successo avrebbe replicato: «Speriamo che duri, con 54 dipendenti e tre mesi di lista d'attesa non posso permettermi di perdere la concentrazione».
In un mondo come quello di oggi, però secondo Violier non è affatto facile. La colpa? Dei media, di Masterchef e affini: «Fare il cuoco è la missione di una vita», fra le colpe della Tv anche «far credere ai ragazzini che si possa diventare delle star culinarie in poco più di tre mesi».
Per lui l'importante era quello che già aveva: «La celebrazione degli chef da parte della televisione al giorno d'oggi è esagerata, io mi accontento di quello che ho di fare le passeggiate con il mio cane e incontrare i miei clienti nel mio ristorante, non ne ho bisogno otto o dieci, uno basta e avanza».