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VAUDLo chef Violier ha ceduto sotto la pressione stellata?

02.02.16 - 05:57
Jacky Donatz, lo chef stellato che conosceva bene Violier: "Il caso è chiaro: non sopportava più tanta pressione"
Lo chef Violier ha ceduto sotto la pressione stellata?
Jacky Donatz, lo chef stellato che conosceva bene Violier: "Il caso è chiaro: non sopportava più tanta pressione"

LOSANNA - Allo chef Benoît Violier il prestigio non mancava. La guida Gualt Millau gli aveva assegnato 19 punti su 20 e nel 2013 lo aveva incoronato "Chef dell'anno". Poi c'erano le tre stelle Michelin, oltre al recente riconoscimento "Miglior ristorante al mondo" per l'Hôtel de Ville a Crissier. È quindi forse dovuto a tanta fama il suo suicidio che domenica ha lasciato senza fiato la scena gastronomica di tutto il mondo? «Per me il caso è chiaro: non sopportava più tanta pressione» ci dice Jacky Donatz, chef stellato che conosceva bene Violier. «Quando si è il miglior cuoco al mondo, bisogna essere presenti ventiquattro ore al giorno». Secondo Donatz, per il collega i turni di lavoro fino a notte fonda erano ormai all'ordine del giorno. Anche lo chef Ivo Adam è profondamente scosso da quanto successo. E ci parla della pressione esercitata dai riconoscimenti: «Da una parte si tratta di un grande onore, dall'altra si rischia soltanto di perdere. Dover offrire ogni giorno una prestazione perfetta può essere davvero logorante".

Non è comunque la prima volta che uno chef stellato si toglie la vita. Nel 2003 il francese Bernard Loiseau, nel 2011 il cuoco del Matisse di Basilea. In entrambi i casi alla base c'era una delusione sul fronte dei punteggi. «È una follia» dice Adam. Nel caso di Violier non erano comunque attese svalutazioni.

Adam e Donatz ricordano che nell'universo degli chef stellati ognuno deve contare su se stesso. «I propri problemi sono tabù. È una cosa che non cambierà, nessuno vuole mostrare le proprie debolezze» così Adam, che coglie il momento per riflettere su cosa sia veramente importante nella vita: «Non le stelle o i punti, ma la famiglia e il piacere che si ha per il proprio lavoro. Io cucino per i miei ospiti e il mio unico obiettivo è la loro soddisfazione».

 

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