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BERNASi apre la 50esima legislatura, occhi puntati sul 9 dicembre

29.11.15 - 09:10
Tra i temi caldi la tassazione delle imprese, il problema della migrazione e il servizio pubblico radiotelevisivo
Si apre la 50esima legislatura, occhi puntati sul 9 dicembre
Tra i temi caldi la tassazione delle imprese, il problema della migrazione e il servizio pubblico radiotelevisivo

BERNA - Passata la sbornia elettorale di ottobre, le Camere federali si riuniscono domani - fino al 18 di dicembre - per la prima sessione della nuova legislatura, la 50esima dalla fondazione dello Stato federale nel 1848.

Il primo giorno sarà dedicato essenzialmente all'elezione dei presidenti dei due consigli, compresi i loro vice, nonché degli scrutatori. Alla presidenza del Nazionale dovrebbe accedere Christa Markwalder (PLR/BE) e a quella degli Stati Raphäel Comte (PLR/NE).

Avranno l'onore di aprire la legislatura il decano del parlamento, Luzi Stamm, (UDC/AG) e la parlamentare più giovane eletta: Lisa Mazzone (Verdi/GE), classe 1988).

Tutti gli occhi puntati al 9 dicembre - Oltre al disbrigo di importanti dossier, il nuovo legislativo sarà chiamato il 9 dicembre a rinnovare il Consiglio federale per il periodo 2015-2019: tutti i ministri in carica che hanno deciso di ripresentarsi dovrebbero essere riconfermati.

C'è invece grande attesa per sapere chi prenderà il posto lasciato libero da Eveline Widmer-Schlumpf. Unica certezza: sarà un esponente dell'UDC, formazione rafforzatasi alle recenti elezioni e che reclama con forza, appellandosi alla concordanza, un secondo rappresentante in Governo.

In un afflato ecumenico, il partito di Toni Brunner ha deciso di proporre tre candidati provenienti dalle tre regioni linguistiche del Paese: Guy Parmelin (Vaud), Thomas Aeschi (Zugo) e il Consigliere di stato ticinese Norman Gobbi, leghista della prima ora, corteggiato da tempo dai vertici dell'UDC.

L'Assemblea federale potrebbe anche optare per un'altra persona, ma questa ipotesi sembra alquanto remota. Nessuno vuole infatti scatenare un'ennesima crisi politica simile a quella che seguì l'elezione di Widmer-Schlumpf in governo nel 2007 al posto di Christoph Blocher. L'UDC l'ha detto chiaro e tondo: chiunque accetterà la carica senza la benedizione del partito, verrà cacciato.

Preventivo 2016 all'insegna del risparmio - Come ogni anno, il Parlamento dovrà affrontare il preventivo 2016 della Confederazione, in cui sono già incluse misure di risparmio in vista del periodo di "vacche magre" che attende il Paese. Per quanto arido e poco avvincente, è su questo dossier che gli interessi di "bottega" e le varie correnti ideologiche si fanno maggiormente sentire.

Le proposte governative stimano un deficit di 380 milioni di franchi. La commissione preparatoria degli Stati ha seguito questa linea, in cui spicca un ritocco verso il basso dei mezzi destinati all'agricoltura. Il Nazionale si batterà invece per concedere 61 milioni supplementari per i pagamenti diretti ai contadini e più mezzi per l'esportazione di prodotti agricoli trasformati.

Segreto bancario agli sgoccioli, amnistia fiscale in bilico - Il Parlamento dovrebbe concludere l'esame dei due progetti governativi volti ad istituire lo scambio automatico di informazioni con l'estero in ambito fiscale. Il Nazionale ha già approvato il dossier lo scorso settembre, e gli Stati - che affrontano il tema per la prima volta - dovrebbero fare altrettanto durante la sessione invernale.

Sono previste alcune sedute per l'esame delle divergenze. Rispetto al Nazionale, la commissione preparatoria degli Stati non vuol però sentir parlare in un'amnistia fiscale, come proposto con una mozione dal consigliere nazionale Fabio Regazzi( PPD/TI). Quest'ultimo atto è stato approvato per una manciata di voti lo scorso settembre dalla Camera del popolo.

Tassazione delle imprese, dossier cruciale per Svizzera - Tra i temi "caldi" che verranno trattati dal Parlamento figura la Riforma III della tassazione delle imprese. Questo progetto è la risposta del Consiglio federale alle pressioni dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e dell'Ue, che non vogliono più tollerare sul territorio elvetico gli statuti speciali per le società holding e quelle di gestione.

La soppressione di questi statuti impositivi dovrà essere compensata con nuovi strumenti fiscali che garantiscano sufficienti entrate fiscali, preservando nel contempo la concorrenzialità della piazza economica elvetica.

Per compensare la riduzione dell'aliquota sugli utili, i cantoni chiedono di aumentare la quota cantonale dell'imposta federale diretta al 21,2% (oggi è al 17%), invece del 20,5%. Per compensare i mancati introiti per la Confederazione, la maggioranza della commissione intende mantenere la tassa di bollo.

La riforma prevede anche l'introduzione dei cosiddetti patentbox, strumenti che consentono un'imposizione privilegiata, ossia più bassa, dei redditi generati dalla proprietà intellettuale riconducibile alle attività di ricerca e sviluppo in Svizzera.

Esercito, si ricomincia da zero al Nazionale - Il Consiglio nazionale tornerà invece ad occuparsi della riorganizzazione dell'esercito, dopo che questa camera aveva bocciato l'intero dossier. Seppur d'accordo sulla necessità di ridurre gli effettivi, la questione del finanziamento della truppa ha spinto la sinistra e l'UDC - anche se per ragioni opposte - a respingere il progetto.

La commissione preparatoria si è pronunciata per un credito di 5 miliardi l'anno per quattro anni; tale somma figurerà in un decreto separato e non nella legge come avrebbero voluto i democentristi.

Nelle intenzioni della commissione, il futuro esercito conterà 100 mila effettivi, al posto dei 200 mila attuali. La scuola reclute dovrebbe durare 18 settimane (al posto di 21), cui si aggiungono sei corsi di ripetizione di 3 settimane ciascuno. Il Consiglio federale proponeva sei corsi di 2 settimane, gli Stati cinque corsi di 3 settimane.

Dibattito urgente su immigrazione e servizio pubblico - L'agenda dei lavori parlamentari prevede anche due dibattiti dedicati al problema della migrazione e al servizio pubblico radiotelevisivo.

Nel primo caso, verranno discusse mozioni che chiedono, tra l'altro, la reintroduzione di controlli sistematici alle frontiere. Per quanto riguarda l'emittente nazionale e la sua funzione di servizio pubblico, l'UDC chiede che venga avviata quanto prima una discussione sul tema tenendo conto del risultato risicato alle urne a favore del nuovo sistema di finanziamento del canone radio-tivù.

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