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SOLETTAEgerkingen vuole distinguersi dal "Comitato di Egerkingen"

01.10.15 - 17:31
Egerkingen vuole distinguersi dal "Comitato di Egerkingen"

EGERKINGEN - Il comune solettese di Egerkingen, temendo per la sua reputazione internazionale, vuole distanziarsi dal cosiddetto "Comitato di Egerkingen", che, dopo l'iniziativa contro l'edificazione di minareti, ne promuove una contro l'uso del burqa.

Egerkingen, quale sede di diverse società attive a livello internazionale, "non può tollerare che il nome della località venga denigrato in tal modo", riferisce una nota odierna del municipio. Quest'ultimo ha quindi chiesto "in dovuta forma" al Comitato di non usare più in futuro il nome di Egerkingen.

Non disturbano tanto le richieste del comitato, che si possono anche comprendere, quanto piuttosto la sua "ideologia abbellita", che propaga un sentimento di insicurezza e non offre alcuna soluzione, ha spiegato all'ats la sindaca Johanna Bartholdi (PLR).

Situato vicino a Olten, Egerkingen è un comune di 3400 abitanti, presso lo svincolo autostradale dove la Basilea-Lucerna si incrocia con la Berna-Zurigo. Data la posizione, la località è un luogo ideale per diverse società e punto di ritrovo per riunioni e conferenze.

Il Comitato di Egerkingen, però, non ne vuole sapere della richiesta del municipio: è da considerare nella "categoria delle battute", ha detto all'ats il suo presidente Walter Wobmann, consigliere nazionale dell'UDC. Un cambiamento di nome non è da prendere in considerazione: il Comitato è uno "schieramento politico" che esiste dal 2006 ed è stato fondato ad Erkingen, ha sottolineato.

Del "Comitato di Egerkingen" fanno parte esponenti dell'Unione Democratica di Centro (UDC) e dell'Unione democratica federale (UDF). La sua iniziativa sul divieto dei minareti è stata accolta da popolo e Cantoni il 29 novembre del 2009 con il 57% dei favori. Ora ha lanciato un'iniziativa popolare federale per vietare la dissimulazione del viso in luoghi pubblici.

Oltre ad essere contrario ai minareti, considerati come strumento di potere, il comitato respinge anche il burqa, i matrimoni forzati e le punizioni corporali. Esige inoltre da ogni musulmano che intende diventare svizzero di essere fedele alla Costituzione federale, alle sue leggi e alle sue regole. In caso di violazione egli dovrebbe perdere il passaporto rosso-crociato.

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