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GRIGIONIIl vescovo di Coira: "Io non auspico la pena di morte per i gay"

13.08.15 - 07:23
Vitus Huonder si scusa con gli omosessuali, ma le sue posizioni sull’argomento non mutano
Il vescovo di Coira: "Io non auspico la pena di morte per i gay"
Vitus Huonder si scusa con gli omosessuali, ma le sue posizioni sull’argomento non mutano

COIRA - Il vescovo di Coira Vitus Huonder è nell’occhio del ciclone dopo aver citato in un suo discorso dei passi riguardanti l’omosessualità tratti dal Vecchio Testamento. Le parole, tratte dal Levitico, descrivono i rapporti omosessuali una tale atrocità da meritare la pena di morte. In una lettera inviata ai suoi collaboratori e alla Conferenza episcopale, anticipata da 20 minuti, cerca di chiarire il suo discorso. E, soprattutto, deplora il fatto che le sue citazioni siano state intese come un «incitamento». «È ovvio che non sono per la richiesta della pena di morte per le persone con sentimenti omosessuali», scrive Huonder. Le citazioni non sono espressione dei suoi sentimenti, ma non è possibile estromettere dalla riflessione teologica passi delle Sacre scritture che «nel contesto odierno creano delle difficoltà».

Ciò che è importante distinguere, continua, è la valutazione teologica e l’effettivo agire della Chiesa. Invece per quanto riguarda la valutazione dell’omosessualità, Huonder spiega di basarsi sul Catechismo della Chiesa cattolica. Gli atti omosessuali «non sono da tollerare in nessun caso». La Chiesa deve, però, stare attenta «a non respingere queste persone in modo ingiusto». Citando ancora il Catechismo, il vescovo spiega che «le persone omosessuali sono chiamate alla castità». Concludendo il suo scritto, Huonder chiede scusa a tutti coloro che per il suo discorso «si sono sentiti feriti, soprattutto alle persone con sentimenti omosessuali».

L’organizzazione Pink Cross ha denunciato Vitus Huonder per istigazione pubblica a un crimine. Difficilmente farà marcia indietro: il direttore Bastian Baumann spiega che la denuncia sarebbe ritirata solo nel caso il vescovo «assumesse improvvisamente posizioni gay-friendly». 

 


 

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