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LUCERNAViolentata a 500 metri da casa

02.08.15 - 19:58
Procedono a pieno ritmo le indagini per risalire all'autore dell'aggressione e dello stupro del 21 luglio scorso che hanno rovinato la vita a una ragazza di 26 anni
Foto 20 Minuten / gwa
Violentata a 500 metri da casa
Procedono a pieno ritmo le indagini per risalire all'autore dell'aggressione e dello stupro del 21 luglio scorso che hanno rovinato la vita a una ragazza di 26 anni

LUCERNA - Le fotografie sul suo profilo Facebook sono state rimosse. In quelle immagini la donna, violentata lo scorso 21 luglio in un boschetto di Emmen, non lontano dal fiume Reuss, esprime tutta la gioia e la spensieratezza di chi è ancora giovane e ha davanti a sè tutta la vita.

In quella sera d'estate la 26enne stava rientrando a casa in bicicletta, quando è stata fatta cadere e violentata da uno sconosciuto. Una caduta e una violenza inaudita, che segnerà per sempre la vita della giovane donna. I medici del centro svizzero paraplegici di Nottwil nutrono poche speranze. Che possa tornare a camminare e a muoversi in tutta autonomia sarà molto difficile. Per una diagnosi definitiva, tuttavia, ci vorranno ancora due-tre mesi, ma il timore che la 26enne possa rimanere paralizzata per il resto della sua vita è molto concreto.

Oggi dal domenicale "Zentralschweiz am Sonntag" si apprende che la donna lavorava come infermiera diplomata presso la Fondazione per disabili a Emmen, in località Rathausen, centro affacciato sul fiume Reuß. In quella maledetta sera stava rientrando dal lavoro. Si trovava a mezzo chilometro da casa quando è stata aggredita con ferocia da un uomo la cui identità è ancora ignota. Lei amava spostarsi in bicicletta, anche perché il suo posto di lavoro distava pochi chilometri da casa sua.

Dalla "Zentralschweiz am Sonntag" si apprende, inoltre, che la giovane donna è nata in India ed è stata adottata da una famiglia svizzera quando era ancora in fasce. Con grande zelo e determinazione è riuscita a diplomarsi in ambito infermieristico e ad affermarsi grazie alla sua grande passione per la sua professione. Un vicino di casa descrive la ragazza come "molto cortese e tranquilla".

Ora l'infermiera, che aiutava proprio i meno fortunati di lei, si ritrova in una stanza del centro paraplegici di Nottwil, paralizzata dal collo in giù. E mentre lei lotta per poter riacquistare la speranza di tornare a sorridere, la polizia cantonale lucernese sta lavorando a pieno ritmo per risalire all'identità del violentatore. Il luogo dell'aggressione è stato setacciato dagli inquirenti, alla ricerca di tracce di DNA che possano aiutarli nelle loro indagini. Con l'ausilio di apparecchi fotografici altamente tecnologici si è proceduto a rilievi che creano la riproduzione tridimensionale del luogo in cui si è consumata la violenza. Inoltre, come riferisce il "SonntagsBlick", è stata istituita una commissione speciale d'inchiesta.

La giovane donna potrà essere interrogata, non appena le condizioni di salute lo permetteranno. Soltanto a quel punto gli inquirenti sperano di poter acquisire ulteriori e decisivi elementi sul caso. "Dapprima abbiamo bisogno di ottenere una deposizione utile per capire meglio lo svolgimento dei fatti. Quando avremo raccolto queste informazioni potremo esaminare altri elementi", ha dichiarato al domenicale Simon Kopp, portavoce della polizia cantonale lucernese.

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