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ZURIGO Edilizia, migliaia di lavoratori chiedono un nuovo contratto mantello

27.06.15 - 16:34
Edilizia, migliaia di lavoratori chiedono un nuovo contratto mantello

ZURIGO - Rifiutandosi di negoziare, gli impresari costruttori stanno mettendo a repentaglio la pace sociale. È quanto rimproverano i quasi 15 mila manifestanti - dati dei sindacati - attivi nel settore della costruzione confluiti oggi a Zurigo per invocare a gran voce un nuovo contratto nazionale mantello per il settore.

Provenienti da tutte le regioni del Paese a bordo di treni speciali, i partecipanti - fischietto in bocca e bandiera rossa in mano - si sono riuniti sulla Helvetiaplatz, dopo aver camminato in corteo lungo il centro città. Qui, dopo i tradizionali discorsi, si è tenuto un concerto.

L'azione di protesta è stata organizzata dai sindacati Unia e Syna. Nico Lutz, membro della direzione e responsabile del settore "costruzione" di Unia, si è detto impressionato "dal coraggio e dalla fermezza degli operai".

A fine anno scadrà il contratto collettivo per il settore della costruzione che fissa le condizioni di lavoro di circa 80 mila lavoratori. La Società Svizzera degli Impresari-Costruttori (SSIC) vuole prolungare la validità dell'attuale Contratto collettivo mantello e si rifiuta di negoziarne uno nuovo.

Per i sindacati, la proroga dell'attuale accordo non entra in linea di conto. Chiedono infatti una migliore protezione dei lavoratori in caso di cattivo tempo, la garanzia del pensionamento anticipato dai 60 anni e provvedimenti incisivi contro il dumping salariale.

"Dieci anni da abbiamo lottato per la pensione a partire da 60 anni, e ora lottiamo assieme per difendere simile conquista", ha dichiarato Lutz dal podio. Dal momento che nei prossimi anni la generazione del baby-boom andrà in pensione, gli impresari costruttori mettono in discussione questo diritto. "Non se ne parla nemmeno", ha spiegato Lutz, secondo cui la messa in discussione del pensionamento a 60 anni rappresenta un attacco alla dignità dei lavoratori.

Ernst Zülle del Syna ha sottolineato che i sindacati non si lasceranno dividere dalle tattiche dei padroni. La pressione sugli operai dovuta a scadenze di consegna sempre più ravvicinate è cresciuta, ha detto. Sempre più spesso gli operai devono lavorare con la neve e la pioggia e quindi in condizioni pericolose. A suo avviso, sono necessari miglioramenti delle condizioni attuali, perché ne va della salute dei lavoratori.

In una nota odierna, la SSIC respinge le accuse al mittente, definendole "del tutto false". Stando all'associazione di categoria, "i capi dei sindacati rifiutano di firmare una convenzione con la SSIC. Questo documento, che è già sulle loro scrivanie, prevede tutto quello che rivendicano a squarciagola sulla strada e cioè ottime condizioni per i lavoratori edili, anche per il prossimo anno".

Concretamente, precisa il comunicato, "i capi sindacali dicono di no ai seguenti punti: 6000 franchi di salario medio (X13) per il personale sui cantieri, settimana di 40.5 ore, 720 giorni di pagamento continuato del salario in caso di malattia o di infortunio, nonché sistema di pensionamento anticipato, unico in tutta la Svizzera". È un enigma per la SSIC il perché i dirigenti sindacali respingano condizioni di lavoro tanto generose opponendosi ad esse addirittura urlando per strada.

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