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SVIZZERATerrorismo e mafie preoccupano il Ministero pubblico della Confederazione

17.04.15 - 10:21
Nel 2014 è aumentato il numero dei procedimenti pendenti e la mole di lavoro
Terrorismo e mafie preoccupano il Ministero pubblico della Confederazione
Nel 2014 è aumentato il numero dei procedimenti pendenti e la mole di lavoro

BERNA - È aumentato nel 2014 il numero dei procedimenti pendenti in tutte le categorie di reati presso il Ministero pubblico della Confederazione. I casi sono 423, contro i 367 del 2013. Tra i temi forti dell'anno passato ci sono le accuse di corruzione in seno all’Amministrazione federale, la possibile presenza della mafia in Svizzera e il fenomeno degli jihadisti volontari.

L'aumento dei casi è riconducibile all'aumento dei nuovi procedimenti penali (245; nel 2013 erano 221). La quota di casi evasi (abbandoni e decreti d'accusa) è rimasta stabile. Nell'anno in esame sono stati trasmessi al Tribunale penale federale di Bellinzona 25 atti d'accusa, tra cui 9 con rito abbreviato. Inoltre, il MPC ha sostenuto l'accusa dinanzi al tribunale in 20 procedimenti, nell'ambito dei quali sono state pronunciate 25 condanne in primo grado e un'assoluzione. Tendenzialmente in crescita anche i casi di assistenza giudiziaria, materia in cui si registrano 210 procedure pendenti rispetto alle 175 del 2013. Nell'ambito dell'assistenza giudiziaria passiva, il MPC ha lavorato costantemente ad alto livello e in 94 casi ha accordato assistenza a autorità estere preposte al perseguimento penale.

Grande mole di lavoro - Nel 2014 il MPC ha potuto dedicarsi ai suoi compiti centrali, ossia al perseguimento penale e alla protezione e sicurezza dello Stato e della popolazione. Le divisioni e sedi distaccate del MPC sono state generalmente confrontate a una grande mole di lavoro. In numerosi casi, in parte annosi, il MPC ha promosso l'accusa o archiviato l'incarto. Inoltre, il MPC è stato apprezzato per i pareri competenti espressi in alcune procedure di consultazione nell'ambito dell'iter legislativo.

Terrorismo tematica centrale - Nel 2014, la Svizzera non è stata nel mirino delle organizzazioni terroristiche. Tuttavia, temi quali lo Stato islamico e i movimenti di volontari jihadisti hanno interessato anche il MPC e portato all'avvio di procedimenti penali. Nel secondo semestre è stata avviata una ventina di inchieste penali per jihadismo. Si tratta di casi con uno o più imputati, indagati per titolo di sostegno a un'organizzazione criminale (art. 260ter CP) in senso stretto.

Nel maggio 2014, la condanna di due fratelli curdi di origine irachena ad una pena detentiva rispettivamente di tre anni e tre mesi e di due anni con la condizionale ha segnato il raggiungimento di un obiettivo importante nella lotta contro il terrorismo estremista di matrice islamica. Il Tribunale penale federale li ha riconosciuti colpevoli di propaganda a favore della rete terroristica Al Qaeda sui siti Internet da loro creati a Basilea.

Mafia e collaborazioni con le autorità italiane - Nell'ambito della criminalità organizzata, la possibile presenza in Svizzera di organizzazioni italiane di stampo mafioso è stata ancora al centro dell'attualità. La stretta collaborazione con le autorità italiane antimafia ha portato all'arresto, in Italia, di presunti membri della 'Ndrangheta. I filmati registrati in Svizzera e resi pubblici dalle autorità italiane provengono in parte da inchieste del MPC. Nel procedimento annoso «Quatur», il MPC ha invece lasciato cadere l'accusa di partecipazione e sostegno a un'organizzazione criminale per tutti i 13 imputati e ha abbandonato il procedimento condotto per il capo d'accusa di cui all'articolo 260ter CP. Al contempo, ha chiuso l'inchiesta penale e promosso l'accusa davanti al Tribunale penale federale per le altre imputazioni, ossia per riciclaggio di denaro, traffico di armi e traffico aggravato di stupefacenti.

Corruzione - In materia di corruzione, spiccano soprattutto due casi di grande interesse pubblico per i quali il MPC ha avviato due inchieste penali per titolo di corruzione. Si tratta delle vicende legate alla realizzazione di grandi progetti informatici della SECO, che hanno fatto notizia a inizio del 2014. In autunno il MPC ha sostenuto l'accusa nel procedimento giudiziario promosso nei confronti dell'ex vicedirettore della società d'ingegneria canadese SNC-Lavalin, il quale aveva corrotto Saadi Gaddafi, figlio dell'ex dittatore libico, per aggiudicarsi lucrosi appalti. Il manager, con doppia cittadinanza tunisina-canadese, è stato condannato a tre anni di detenzione ed estradato in Canada dopo la pronunzia della sentenza. Il MPC ha inoltre confiscato circa 40 milioni di franchi svizzeri.

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