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SVIZZERAChiesta maggiore protezione per i lavoratori anziani

16.04.15 - 18:45
Chiesta maggiore protezione per i lavoratori anziani

BERNA - L'Unione sindacale svizzera (USS) esige misure di tutela dei lavoratori di oltre 55 anni, in quanto hanno grandi difficoltà a trovare un nuovo impiego una volta perso quello che avevano in precedenza. Concretamente l'organizzazione chiede in particolare una migliore della protezione dal licenziamento per i collaboratori di lunga data e la creazione di un fondo di solidarietà. L'Unione svizzera degli imprenditori (USI) ne contesta la necessità.

"In certe aziende i lavoratori più anziani vengono scacciati sistematicamente", ha dichiarato oggi il presidente dell'USS e consigliere agli Stati Paul Rechsteiner (PS/SG) in una conferenza stampa a Berna. Il rispetto per l'età e l'esperienza è fortemente venuta mancare.

Stando all'USS i lavoratori di oltre 55 anni sono sempre più preoccupati quanto alla sicurezza del loro impiego. Il rischio di disoccupazione di lunga durata e infine di privazione delle prestazioni assicurative aumenta per questa categoria di dipendenti. E la situazione è "notevolmente peggiorata" nell'ultimo decennio. Secondo Rechsteiner il tabù del licenziamento dei lavoratori di lunga data viene sempre più scalfito.

Da parte sua il capoeconomista dell'USS Daniel Lampart ha affermato che "la disoccupazione tra le persone di età compresa tra i 55 e i 64 anni è a un massimo storico". Nel confronto internazionale la Svizzera è messa male.

Per la vicepresidente dell'organizzazione Vania Alleva è pertanto "irrealistico" chiedere un aumento dell'età di pensionamento. Mentre la maggior parte dei rami industriali impiega relativamente molti dipendenti anziani, la situazione nel settore privato dei servizi e in molti rami dell'artigianato è problematica", ha sostenuto.

In particolare Lampart critica il fatto che le "vie d'uscita" utilizzate finora, come il prepensionamento e il ricorso all'Assicurazione invalidità, vengono rese difficili. In questo modo i lavoratori più anziani finiscono all'ufficio di collocamento e scrivono inutilmente richieste di assunzione.

Per far fronte a questa evoluzione, l'USS ha elaborato un catalogo di misure. Perché a soffrire per la situazione non sono solo i diretti interessati, ma anche la collettività - ha spiegato Lampart - che deve intervenire finanziariamente.

Concretamente l'organizzazione chiede una migliore protezione dal licenziamento per i dipendenti di lunga data con oltre 50 anni, cosa che incentiverebbe le imprese a investire di più nel proprio personale. Per chi non percepisce più prestazioni assicurative la Confederazione dovrebbe creare una rendita-ponte come quella che già esiste nel canton Vaud.

L'USS propone pure che le aziende versino denaro in un fondo di solidarietà se rispetto ad altre imprese assumono meno dipendenti anziani. L'organizzazione intende orientarsi al fondo cantonale per la formazione professionale, che le ditte alimentano per non dover ingaggiare apprendisti.

Altri interventi comprendono il diritto a corsi d'aggiornamento per gli ultracinquantenni, posti di lavoro adeguati all'età e la garanzia sugli averi del secondo pilastro.

Il direttore dell'Unione svizzera degli imprenditori (USI) Roland Müller contesta le affermazioni dell'USS. Interrogato dalla radio svizzero tedesca SRF, ha indicato che "in Svizzera non abbiamo dati significativi secondo cui i lavoratori più anziani siano licenziati più spesso. Un inasprimento della protezione contro il licenziamento non è dunque necessario".

I lavoratori più vecchi saranno il tema di una conferenza nazionale voluta dal capo del Dipartimento federale dell'economia, della formazione e della ricerca (DEFR) Johann Schneider-Ammann che si terrà il 27 aprile.

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