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SVIZZERACommissione per la lealtà, reclami ancora diminuiti nel 2014

17.03.15 - 14:43
Commissione per la lealtà, reclami ancora diminuiti nel 2014

ZURIGO - Le lamentele per pubblicità sleale continuano a diminuire: la Commissione svizzera per la lealtà (CSL), organo di autocontrollo del settore pubblicitario, ha esaminato l'anno scorso 79 reclami e 9 ricorsi, accettandone quasi la metà. Nel 2013 aveva valutato 98 reclami e due ricorsi. Complessivamente una diminuzione di 12 casi, ossia di oltre il 10%, rileva la commissione nel suo rapporto annuale pubblicato oggi.

I metodi di vendita giudicati aggressivi figurano in testa alla lista. In leggero calo rispetto al 2013, rappresentano sempre oltre il 40% dei reclami (42,6%). Il secondo maggiore motivo all'origine delle proteste è il sessismo. "Contrariamente alle attese", più casi riguardano una presunta discriminazione degli uomini, commenta la CSL.

Vengono poi al terzo posto i reclami legati al tabacco e all'alcol, circa il 10% del totale. Il forte aumento dovuto al tabacco deriva dal disegno di legge presentato dal Consiglio federale nel maggio dello scorso anno, spiega la CSL. Il governo vuole infatti vietare la pubblicità per i prodotti del tabacco sui cartelloni affissi nello spazio pubblico, nei cinema, sulla carta stampata e sui siti internet svizzeri. Anche la distribuzione di campioni gratuiti dovrebbe essere vietata, mentre ribassi sul prezzo delle sigarette sarebbero solo parzialmente autorizzati.

Per quanto riguarda i canali utilizzati dalla pubblicità ritenuta sleale, al primo posto vengono telefono e fax, con circa il 30%. Seguono il web e i messaggi elettronici con il 20,7%, mentre al terzo posto si piazza la pubblicità diretta (11,1%).

Come nel 2013 le pubblicità di banche e assicurazioni, come pure le telefonate aggressive per conto delle casse malattie sono all'origine della maggior parte dei reclami. Segue poi la vendita per corrispondenza.

La commissione ritiene che la continua diminuzione delle lamentele negli ultimi anni sia da attribuire all'autoregolamentazione esercitata dallo stesso settore pubblicitario, sempre migliore. Questo principio dovrebbe essere ancorato nella nuova legge sul credito al consumo, attualmente dibattuta dal parlamento. Se il testo è adottato, la CSL assumerà il ruolo di tribunale arbitrale in caso di reclami.

Altro motivo del calo delle proteste: da tre anni la CSL esige una tassa d'esame di 50 franchi. Nel 2012 ha così registrato il primo ribasso dal 2005 (297 reclami contro i 441 del 2011).

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