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BERNA"I due militari svizzeri non erano il bersaglio dell'attacco"

07.03.15 - 21:23
Lo ha dichiarato Mirco Buamann, portavoce del Centro di competenze dell'esercito svizzero per le missioni all'estero
"I due militari svizzeri non erano il bersaglio dell'attacco"
Lo ha dichiarato Mirco Buamann, portavoce del Centro di competenze dell'esercito svizzero per le missioni all'estero

BERNA - I due militari svizzeri rimasti feriti la scorsa notte nell'attentato a un ristorante a Bamako, la capitale del Mali, nel quale sono morte cinque persone, non erano il bersaglio dell'attacco. Verranno rimpatriati appena possibile. Lo ha detto oggi all'ats Mirco Baumann, portavoce del Centro di competenze dell'esercito svizzero per le missioni all'estero (SWISSINT), impegnato nella promozione della pace. L'operazione è intanto stata rivendicata dal gruppo islamista "Al Mourabitoun", stando al sito internet mauritano "Al-Akhbar".

All'una di notte, ora locale, sconosciuti sono entrati nel locale ed hanno aperto il fuoco con un'arma automatica, uccidendo cinque persone - un Francese, un Belga e tre Maliani - e ferendone almeno otto, tra cui i due Svizzeri. "Il loro stato è stabile ma critico", ha indicato oggi SWISSINT. I due sono stati dapprima operati d'urgenza a Bamako e poi sono stati trasferiti nel vicino Senegal per essere meglio curati. Durante il trasporto all'ospedale entrambi erano coscienti e in grado di parlare. Berna è in costante collegamento con il team medico delle Nazioni Unite che si occupa di loro.

Secondo Baumann, l'esercito ha già preso contatto con la Guardia aerea svizzera di soccorso (REGA) per organizzare il rimpatrio dei due feriti "non appena le loro condizioni lo permetteranno".

Un terzo membro dell'esercito svizzero si trovava nel ristorante assieme a loro, ma è rimasto illeso. Secondo il Dipartimento degli affari esteri (DFAE) non vi sono indizi della presenza di altri cittadini elvetici all'interno del locale.

Svizzera condanna attentato

La Svizzera, come tutti i Paesi coinvolti e il Consiglio di sicurezza dell'ONU, ha condannato "fermamente" questo attentato terroristico. Attualmente nel Paese africano sono di stanza cinque soldati elvetici, tre dei quali nell'ambito di missioni delle Nazioni Unite. Gli altri due si trovano in Mali per un viaggio di servizio, ha precisato Baumann. Uno dei feriti lavora come esperto presso l'agenzia dell'Onu incaricata dello sminamento (Unmas), mentre l'altro fa parte di una missione che garantisce la sicurezza degli stock di armi e munizioni.

Baumann ha aggiunto che è troppo presto per dire se tutti i militari elvetici verranno ritirati dal Mali: la decisione di interrompere una missione di questo tipo è politica ed è di competenza del Consiglio federale, ha concluso.

Per la seconda volta feriti soldati svizzeri all'estero

L'attacco contro un ristorante di Bamako, in Mali, costituisce il secondo episodio in cui rimangono feriti soldati svizzeri impiegati all'estero.

Nel settembre 2004 due militi avevano riportato ferite leggere in Afghanistan, nel corso di un assalto ad una base dell'esercito tedesco a Kunduz, nel nord del Paese. In quell'occasione rimasero feriti anche tre tedeschi. I due svizzeri partecipavano ad un progetto di ricostruzione.

Altri soldati elvetici hanno perso la vita all'estero, ma in occasione di incidenti. SWISSINT ne ha registrati cinque negli ultimi 60 anni: tre morti in incidenti stradali, uno per annegamento e uno per lo schianto di un elicottero in Georgia. Due soldati elvetici si sono infine suicidati nel corso di missioni all'estero, precisa SWISSINT.

 

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