BERNAL'immigrazione "fa bene allo sport". Parola di Ueli Maurer

BERNA - In Svizzera, lo sport non è soltanto un mezzo di integrazione, ma trae direttamente profitto dall'immigrazione. È quanto ha dichiarato il consigliere federale Ueli Maurer in un'intervista pubblicata oggi dal quotidiano svizzero tedesco "Blick". Il ministro UDC ha tuttavia sottolineato che questa constatazione vale soprattutto per il calcio e non per il disco su ghiaccio o gli sport invernali. Come non ricordare a tal proposito, la provocazione lanciata dal quotidiano tedesco Die Welt, che pubblicò la foto della  nazionale di Hitzfeld schierata con le sagome in bianco dei calciatori svizzeri figli di immigrati o nati altrove.
In quella occasione, gli unici svizzeri a poter scendere in campo sarebbero stati Michael Lang, Fabian Schaer, Reto Ziegler e Steve Von Bergen. Tutti gli altri, cancellati, partendo d Inler a Dzemaili, da Behrami a Shaqiri e Johan Djourou.

"Occorre accettare che gli atleti elvetici restino legati in un modo o nell'altro alle loro radici straniere e al luogo di nascita dei genitori", ha affermato Maurer. "Si tratta di una forza della Svizzera, e non soltanto per quanto riguarda lo sport, quella di poter unire queste culture", ha rilevato il consigliere federale.

Il 2015 è "un anno importante" per lo sport, "poiché cercheremo di dare un indirizzo a questo settore sino al 2025". E vi sono varie sfide da raccogliere: per esempio, i giovani talenti in Svizzera non sono abbastanza equipaggiati per gli allenamenti, ha sottolineato il ministro dello sport, annunciando che in Consiglio federale vi saranno discussioni sul nuovo programma di promozione delle attività sportive.

Queste ultime devono basarsi su tre pilastri: lo sport di massa, lo sport di competizione e le infrastrutture. Il ministro UDC non si è invece espresso sul finanziamento, ricordando che spetta al Parlamento pronunciarsi in merito. "Si tratta anche di rafforzare lo sport quale strumento di integrazione", ha aggiunto Maurer.

ats