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BERNA"Cene a base di gatto e puré, una volta non erano rare"

28.11.14 - 07:45
Ce lo racconta un contadino. L’ailurofagia ha radici profonde nella storia rurale della Svizzera
"Cene a base di gatto e puré, una volta non erano rare"
Ce lo racconta un contadino. L’ailurofagia ha radici profonde nella storia rurale della Svizzera

BERNA - Non si vergogna di ammetterlo, Markus W*. un contadino sessantenne nato e cresciuto nel bernese, lui il gatto l’ha già mangiato: «Tempo fa mi capitava spesso di mangiare carne di felino, ed era molto buono», conferma l’uomo. Secondo un’attivista per i diritti degli animali il 3% della popolazione svizzera consuma regolarmente carne di felino, in quanto «è una tipica tradizione svizzzera». Un’affermazione nettamente smentita dall’Ufficio federale di veterinaria: «È una pratica molto poco diffusa, direi addirittura rara», ha confermato la portavoce Sabrina Helfer. Resta il fatto che mangiare il proprio animale di compagnia (anche i cani), in Svizzera, non è illegale e quindi non perseguibile.   

Per questo motivo l’associazione Sos gatti ha depositato 16 000 firme contro una pratica da loro ritenuta «abominevole». Markus però non ci sta: a Rüschegg, il suo paese natale,  in autunno si finiva per uccidere i gatti in sovrannumero, animali che poi era un peccato non cucinare. «Gli sparavamo e poi, la sera, ce li cucinavamo con il puré di patate». Secondo lui non si trattava di una pratica degna di bisasimo, non avevano nessun rapporto affettivo con loro, erano come cacciagione. «Erano selvatici, non avevano nemmeno un nome». Ben altra cosa, anche secondo lui, è mangiarsi un animale che si coccola ogni giorno. Sono molti anni che W. non mangia più carne di micio, «ma se me ne offrissero, non disdegnerei, anzi». TAB/RED

 

*nome noto alla redazione

 

 

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