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SVIZZERA"Due lingue nazionali fin dalle elementari"

31.10.14 - 14:43
"Due lingue nazionali fin dalle elementari"

BASILEA - Gli allievi delle elementari devono continuare a imparare due lingue nazionali. Lo ha ribadito la Conferenza dei direttori cantonali della pubblica educazione (CDPE), riunita in assemblea oggi a Basilea. Secondo la CDPE il modello 3/5, che prevede l'insegnamento di una seconda lingua nazionale il terzo anno e dell'inglese il quinto, deve essere privilegiato.

I direttori cantonali preferiscono tuttavia attendere l'anno prossimo prima di prendere una decisione concreta sul tema. Nel frattempo, la CDPE "intende continuare ad adoperarsi affinché possa essere adottata una soluzione intercantonale in tal senso", si legge in una nota odierna.

Occorre tempo affinché un insegnamento precoce delle lingue possa dare risultati concreti e affinché eventuali miglioramenti possano essere introdotti, si giustifica la CDPE. "Sarebbe quindi un errore procedere subito a cambiamenti".

Spada di Damocle - Queste considerazioni rischiano di non piacere alla commissione della scienza, dell'educazione e della cultura del Nazionale (CSEC-N). Ad inizio ottobre essa aveva annunciato che se la CDPE non avesse preso una decisione concreta durante l'assemblea odierna, avrebbe presentato un'iniziativa parlamentare per rendere obbligatorio l'insegnamento di una seconda lingua nazionale alla scuola elementare.

Il presidente della CSEC-N Matthias Aebischer (PS/BE) aveva precisato che la commissione si sarebbe pronunciata sul testo durante la sessione invernale delle Camere federali. "Abbiamo deciso di aggiornare il voto perché siamo in un momento troppo delicato. (...) Speriamo che il 31 ottobre la CDPE agisca in maniera concreta", aveva detto il consigliere nazionale socialista.

Concordato HarmoS - L'apprendimento di due lingue straniere, di cui una nazionale, alle elementari fa parte dei punti fondamentali del concordato HarmoS, entrato in vigore nel 2009. I cantoni che vi hanno aderito sono tenuti ad attuarne i contenuti entro sei anni.

Per sostenerli la CDPE auspica promuovere, in collaborazione con la Confederazione, un programma nazionale di scambi linguistici destinato agli insegnanti. Questo tipo di pratica dovrebbe essere incoraggiato anche per gli allievi, hanno sottolineato le associazioni dei docenti romandi (SER) e svizzero-tedeschi (LCH).

Contrariamente al modello 3/5 attualmente in vigore nella maggior parte dei cantoni - che non prevede un ordine secondo il quale le lingue devono essere introdotte - le due associazioni privilegiano l'apprendimento di una seconda lingua nazionale al più tardi dal terzo anno della scuola elementare.

Forzare i cantoni - Come detto, per il momento la CDPE preferisce attendere e stilare un bilancio in merito nel 2015. "Se risultasse che i cantoni non avranno raggiunto un'armonizzazione sufficiente per quanto riguarda l'insegnamento delle lingue", Berna avrebbe il diritto di intervenire per rendere obbligatorio il concordato HarmoS, ha ricordato il consigliere federale Alain Berset. Il ministro socialista ha tuttavia affermato che in un'ottica federalista il governo preferisce per il momento attendere.

La CDPE invita quindi i governi e i parlamenti cantonali a contribuire a una soluzione coordinata nell'ambito dell'insegnamento delle lingue, conformemente al mandato costituzionale", indica il comunicato.

Polemica in Svizzera tedesca - La polemica sulle lingue è sorta dopo che Turgovia e Nidvaldo si sono detti favorevoli alla soppressione dell'insegnamento del francese alla scuola elementare e non si sopirà tanto presto, visto che altri cantoni, come Sciaffusa, Lucerna o i Grigioni sembrano andare nella stessa direzione.

I direttori cantonali della pubblica educazione vogliono tuttavia essere rassicuranti: queste iniziative politiche "non sono per il momento sfociate in alcuna decisione definitiva né in alcun cambiamento nella pratica". Il Consiglio di Stato nidvaldese ha per esempio disapprovato la decisione del suo parlamento.

Ats

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