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SVIZZERA"Svizzera? Non importa se si sta poco in compagnia"

28.10.14 - 12:18
Secondo un sondaggio proposto da HSBC chi arriva nel nostro Paese si trova molto bene, nonostante la difficoltà ad avere una felice vita sociale
"Svizzera? Non importa se si sta poco in compagnia"
Secondo un sondaggio proposto da HSBC chi arriva nel nostro Paese si trova molto bene, nonostante la difficoltà ad avere una felice vita sociale
sondaggio chiuso

BERNA - In Svizzera c’è poca vita sociale ed è difficile fare amicizia e divertirsi. Per chi arriva dall’estero non è facile entrare nel nuovo stile di vita, oltre che trovare alloggio. Questo almeno l'esito di un sondaggio condotto per conto del gruppo bancario HSBC, che ha considerato il parere degli emigrati residenti in 34 Paesi dall'Egitto agli Usa, passando per Brasile e Kuwait.

Solo critiche? Tutto il contrario. La Confederazione svetta in cima alla classifica di soddisfazione generale, oltre che in diverse sottocategorie, davanti a Singapore, Cina e Germania: la Svizzera è il paese dove gli immigrati si trovano meglio. Stando alla ricerca la Confederazione offre prosperità economica, ma la sua eccellente qualità di vita dipende anche da paesaggi mozzafiato, ambiente sano e ottima mobilità.

L'indagine, di cui riferisce oggi il Corriere della Sera on line, è stata realizzata tra aprile e maggio di quest'anno dalla società YouGov ed è pubblicata sul sito di HSBC col titolo "Expat Explorer Report 2014" (Rapporto 2014 di esplorazione sugli espatriati). La metodologia vi è presentata solo parzialmente. A seconda del Paese le dimensioni del campione di immigrati variano parecchio: il più piccolo è di 100 persone, tutte di 18 anni e oltre, di cui almeno 30 genitori.

La taglia del campione di espatriati in Svizzera non figura nel rapporto. Il 64% degli intervistati ha un'età compresa tra 35 e 54 anni, il 55% è maschio e il 26% lavora nei settori bancario, assicurativo o dei servizi finanziari. I britannici rappresentano il gruppo nazionale più sostanzioso (33%), seguito dagli statunitensi (11%) e dai tedeschi (10%). Queste ultime proporzioni non sono affatto rappresentative della popolazione straniera residente in Svizzera: secondo i dati dell'Ufficio federale di statistica (UST), il 31 dicembre 2013 i cittadini del Regno Unito costituivano il 2,1% degli stranieri, i cittadini di tutti i Paesi delle Americhe il 4,0% e i tedeschi il 15,1%.

L'indagine è stata condotta con un questionario via internet. Le domande sono state raggruppate in 43 "sottocategorie", poi riunite per formare tre indici principali e un indice globale. La Confederazione occupa il primo gradino del podio nell'indice globale ed è rispettivamente seconda, quinta e decima negli indici principali economia, qualità di vita e condizioni di allevamento dei figli. HSBC ha realizzato l'inchiesta per la settima volta. Lo scorso anno La Confederazione era già prima, ma nel 2012 ottava. Il confronto nel tempo però non ha molto senso perché le categorie considerate non sono sempre le stesse.

Gli immigrati residenti in Svizzera sono particolarmente soddisfatti dalle condizioni salariali. Il 25% di loro guadagna più di 200'000 dollari (190'058 franchi) all'anno. Un dato nettamente superiore a quello dei 9288 intervistati, tra cui solo l'11% ha uno stipendio altrettanto elevato. Malgrado l'alto costo della vita, il 68% dei sondati ha un reddito disponibile più elevato di quello che aveva in patria.

Ma la Svizzera piace anche per i trasporti (91% degli intervistati), per il paesaggio e il clima (77%), per l'ambiente sano (75%), nonché per la possibilità di praticare sport in tutte le stagioni e di fruire di eventi culturali. La Confederazione è anche un buon posto per allevare i propri figli grazie in particolare alla sicurezza che vi regna e alla qualità delle scuole. La Svizzera invece è appunto solo 26esima nella sottocategoria "integrazione", che comprende la facilità di tessere relazioni d'amicizia.

Il secondo Stato in classifica è Singapore, dove tutti gli indicatori sono molto positivi, tranne il costo dell'educazione dei figli, parametro per cui il Paese è maglia nera. La Cina, ampiamente prima per gli indicatori economici, completa il podio: il Paese ha però un punteggio bassissimo per quanto riguarda la facilità di adattamento al modo di vivere, alla cultura del lavoro, al cibo e pure alla meteo.

La Repubblica popolare costituisce una sorta di stereotipo dei Paesi dell'Estremo Oriente, caratterizzata com'è da espatriati con alti redditi. Gli immigrati interrogati in Asia guadagnano oltre 250'000 dollari all'anno tre volte più frequentemente che in Europa.

Quarta risulta la Germania. Tra gli altri Paesi confinanti considerati, la Francia si piazza 23esima soprattutto per il pessimo punteggio nei fattori economici. L'Italia è al 31esimo posto pure essenzialmente a causa delle bocciature economiche. Liechtenstein e Austria non figurano nello studio.

L'inchiesta rivela anche che gli espatriati nei Paesi emergenti (come Brasile, Turchia e India) vi si trovano soprattutto perché inviati dalle imprese e che le destinazioni preferite dai pensionati sono il Canada (31% degli intervistati) e la Nuova Zelanda (28%). A titolo di paragone i pensionati espatriati in Europa sono il 18%, in Medio Oriente il 13% e in Asia il 4%.

red/ats

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