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SVIZZERAObbligo di voto, e le casse pensione cedono le azioni

17.10.14 - 11:25
Obbligo di voto, e le casse pensione cedono le azioni

BERNA - Da gennaio le casse pensione sono obbligate ad esercitare il loro diritto di voto: se detengono azioni di una società svizzera quotata in Borsa devono votare nell'interesse dei loro assicurati. Per alcuni istituti di previdenza il dispendio è troppo grande e quindi preferiscono cedere le loro partecipazioni.

"Molti consigli di fondazione non vogliono assumersi questo onere aggiuntivo", spiega Beat Zürcher, direttore dell'Associazione svizzera dei consigli di fondazione LPP (SRPK). "Nella maggioranza dei casi i membri non sono professionisti" e sono già abbastanza carichi di lavoro. Zürcher ritiene pertanto che soprattutto casse pensione di piccola e media entità vendano ora le loro azioni.

Oltre la metà degli oltre 2'000 istituti dispongono già di una strategia d'investimento passiva e si concentrano ad esempio in fondi, ha ancora indicato il direttore della SRPK.

La tendenza a investimenti indiretti viene dimostrata anche nelle statistiche della Confederazione: nel 2012 le casse pensione hanno collocato il 46,4% dei loro capitali in investimenti collettivi, contro appena il 25,3% nel 2000.

Ciononostante secondo Zürcher vi sono ancora numerose piccole casse che posseggono per esempio tra il 5 e il 20% di azioni per diversificare il proprio portafoglio. Ora i loro consigli di fondazione si chiedono se valga la pena assumersi il dispendio ad esse legato.

Il direttore dell'Associazione svizzera delle istituzioni di previdenza (ASIP) Hanspeter Konrad non esclude che siano aumentate le casse piccole che vendono le loro azioni, "ma ciò non è di certo dovuto unicamente all'obbligo di voto".

Quest'ultimo è una conseguenza dell'approvazione alle urne, nel marzo 2013, dell'iniziativa di Thomas Minder contro le retribuzioni abusive. Dal 1. gennaio gli istituti di previdenza - con alcune eccezioni - devono votare su certi punti dell'ordine del giorno dell'assemblea generale se detengono azioni dell'azienda in questione. Decisioni che devono poi motivare di fronte agli assicurati, ad esempio nel rapporto annuale.

"Molti consigli di fondazione delegheranno questi compiti, ad esempio a consulenti in materia di diritto di voto", indica Zürcher. Ma la consulenza costa, e ciò non è nell'interesse degli assicurati.

I servizi di due società attive in questo campo, Ethos e zRating, registrato effettivamente un aumento della domanda, come confermano i rispettivi direttori, Dominique Biedermann e Michael Otte. Secondo quest'ultimo le spese aggiuntive sono "del tutto sopportabili" e per Biedermann i costi sono comunque inferiori delle tasse per i fondi di investimento.

Ats

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