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SVIZZERA / GERMANIANuovi CD, UBS rischia non solo il danno d'immagine

09.08.12 - 13:11
UBS dubita sull'acquisto di Cd contenenti dati di suoi clienti, tuttavia rischia di vedersi aprire un fronte di contesa fiscale anche in Europa
Foto d'archivio (Keystone)
Nuovi CD, UBS rischia non solo il danno d'immagine
UBS dubita sull'acquisto di Cd contenenti dati di suoi clienti, tuttavia rischia di vedersi aprire un fronte di contesa fiscale anche in Europa

BERLINO - Nuovo round nella contesa fiscale tra Svizzera e Germania. La notizia dei due CD acquistati dalle autorità del Nord Reno-Vestfalia, contenenti dati bancari di cittadini tedeschi che avrebbero evaso il fisco, spezza quella sorta di patto non belligeranza tra le autorità fiscali tedesche e svizzere. CD che conterrebbero i dati di clienti di UBS e di una piccola banca.

UBS, come ricorda lo Stern, amministra un patrimonio di 1.550 miliardi di dollari. Soltanto la Bank of America amministra una cifra più alta.

E per il gigante elvetico ora vi è il timore e il pericolo di un danno d'immagine, il rischio di incorrere in sanzioni e di vedersi aprire, dopo quello statunitense, un altro fronte di disputa fiscale in Europa.

Già nel febbraio del 2010, il Nord Reno-Westfalia aveva acquistato, per 2,5 milioni di euro, un CD contenente i nomi di circa 1500 presunti evasori titolari di conti in una banca elvetica. Nel marzo successivo la procura di Düsseldorf ha aperto un'inchiesta contro 1100 clienti del Credit Suisse e contro dipendenti della stessa banca. Nel 2011, Credit Suisse aveva pagato 150 milioni di euro per chiudere la vertenza.

UBS dubita che il Land tedesco del Nordreno-Vestfalia sia entrato in possesso nuovamente di Cd contenenti dati bancari di evasori tedeschi che avrebbero depositato fondi non dichiarati in Svizzera, come sostenuto ieri dal sito internet del "Financial Times Deutschland". All'agenzia tedesca Dpa, il portavoce della banca Dominique Gerster ha dichiarato oggi che non "vi sono segnali che la banca sia stata vittima di un furto d'informazioni".

Ieri sera, il portavoce della Segreteria di Stato per le questioni finanziarie internazionali (SFI), Mario Tuor, non aveva voluto né commentare né confermare la notizia. No comment anche da parte del ministero delle finanze del Nordreno-Vestfalia.

Nelle cerchie bancarie di Zurigo, tuttavia, non si esclude questa eventualità, ossia che dati di clienti tedeschi siano stati copiati e venduti alle autorità fiscali tedesche. Il giornale tedesco parlava di più Cd acquistati con informazioni importanti anche su clienti tedeschi di UBS.

Ad ogni modo, secondo il portavoce della maggiore banca elvetica i sistemi informatici sono stati rafforzati a tal punto che difficilmente una sottrazione di informazione potrebbe passare inosservata o non venir rilevata. Gerster non ha escluso che dietro questa ennesima "bomba", vi siano ragioni meramente politiche.

In effetti, il ministro delle finanze del Land in questione, l'SPD Norbert Walter-Borjans, figura tra i più acerrimi avversari dell'accordo fiscale tra Berna e Berlino, intesa che dovrebbe regolare una volta per tutte il problema dell'evasione fiscale e, anche, dei dati rubati. L'intesa deve ancora essere ratificata dal Bunderat tedesco (la camera dei Länder), dove i socialdemocratici hanno la maggioranza.

Quest'ultimi, assieme ai Verdi, considerano l'accordo fiscale un "regalo" agli evasori del loro paese e perciò intendono silurare questa intesa. Da parte sua, la Consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf ha dichiarato nelle scorse settimane che l'intesa - raggiunta dopo lunghe e laboriose trattative - è definitiva: insomma, prendere o lasciare.

Già nel luglio scorso, il Land in questione aveva acquistato per 3,5 milioni di euro informazioni su presunti evasori tedeschi che avevano depositato parte dei loro soldi presso la filiale elvetica della banca Coutts, entità controllata dalla Royal Bank of Schotland. A finire nel mirino, ora, sarebbe UBS (nel 2010 stesso destino era toccato al Credit Suisse).

Osservatori politici in Germania considerano morto e sepolto l'accordo tra la Svizzera e la Germania. Difficilmente si troverà una maggioranza nel Bundesrat per la ratifica. Il vice capogruppo dell'SPP nel parlamento tedesco, Joachim Poß, ha detto alla Reuters che l'acquisto di dati rubati è il mezzo più efficace per una maggiore equità fiscale.

Riferendosi agli ultimi sviluppi, ha precisato che queste informazioni sono molto più efficaci dell'accordo - "pieno di scappatoie e mal negoziato" - raggiunto con Berna. Egli ha detto di sperare che l'intesa venga bocciata dal parlamento.

I cacciatori di evasori tedeschi negli ultimi mesi erano riusciti ad entrare in possesso di alcuni CD e avevano raccomandato l'amministrazione delle finanze della Renania Settentrionale-Vestfalia di acquistare quattro CD. L'edizione di oggi del Süddeutsche Zeitung riferisce oggi che il prezzo per i 4 CD dovrebbe aggirarsi attorno ai 10,8 milioni di franchi. Nel frattempo le autorità tedesche, grazie ai dati rubati, sarebbero già risaliti a un tedesco che avrebbe nascosto in Svizzera un ingente patrimonio, di diversi milioni di franchi.

Ats / p.d'a.

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