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SVIZZERACanone radio-tv, lo devono pagare tutti

21.01.10 - 13:35
Keystone
Canone radio-tv, lo devono pagare tutti

BERNA - Il canone radiotelevisivo dovrebbe essere pagato da tutte le imprese ed economie domestiche, anche da quelle che non guardano la tv né ascoltano la radio: lo auspica il Consiglio federale in un rapporto richiesto dal parlamento che potrebbe avviare una revisione legislativa.

"Soltanto il 99,9% delle economie domestiche non dispone di una televisione", ha detto oggi durante una conferenza stampa a Berna il consigliere federale Moritz Leuenberger. È inoltre difficile e costoso - ha aggiunto il ministro delle comunicazioni - stabilire chi è tenuto a pagare il canone, visto che oggigiorno i programmi radiofonici e televisivi possono essere captati pure tramite i telefoni cellulari e i computer.

Stando a Martin Dumermuth, direttore dell'Ufficio federale delle comunicazioni (UFCOM), tra il 5 e il 10% delle economie domestiche e il 20-30% delle imprese si sottrae all'obbligo di pagare il canone. Una tassa generale permetterebbe quindi di eliminare i controlli attualmente necessari e di ridurre l'onere fiscale di circa 100 franchi all'anno, ha precisato Dumermuth. Attualmente il canone radiotelevisivo per un'economia domestica si eleva a 462 franchi annui, mentre le imprese pagano tra i 612 e i 1407 franchi.

La riforma proposta dal governo estenderebbe il canone anche alle persone che non usufruiscono dei programmi radiotelevisivi svizzeri. Un fatto giustificato, secondo Leuenberger, perché anche loro beneficiano indirettamente del canone, visto che esso promuove la democrazia, lo sviluppo culturale e l'integrazione in Svizzera. "È come coi rifiuti", ha osservato Leuenberger nell'ilarità generale: "anche chi non ne produce è contento se non vi sono cattivi odori".

Il governo vuole comunque mantenere un'eccezione per le persone svantaggiate, ossia i pensionati AVS che beneficiano delle prestazioni complementari e i beneficiari di una rendita invalidità. Al fine di evitare un onore maggiore per le famiglie, è inoltre contrario a un'imposizione individuale. Altre possibilità di finanziamento - attingendo ad esempio alle casse federali - sono invece state scartate per evitare costi aggiuntivi e un influsso diretto del mondo politico sui media.

Il futuro della Billag resta incerto

Per quanto riguarda la riscossione della tassa, il Consiglio federale intende approfondire due alternative. Da un lato tale compito potrebbe essere delegato a una società come accade attualmente (e almeno fino al 2015) con la Billag. Oppure potrebbe essere affidato ai cantoni nel quadro dell'imposta federale diretta. Ma i primi segnali - ha osservato Leuenberger - sono negativi.

Nel 2008 la somma riscossa dalla Billag è stata pari a 1,276 miliardi di franchi. I proventi sono destinati in primo luogo al finanziamento dei programmi della Società svizzera di radiotelevisione (SSR). Determinate emittenti locali e regionali beneficiano inoltre di un contributo pari al 4% degli introiti complessivi.

In tempi recenti si sono levate diverse voci critiche - in parlamento ma anche da parte di Mister Prezzi Stefan Meierhans - che hanno ventilato la soppressione della Billag. Leuenberger ha dal canto suo ricordato che, già adesso, per la riscossione si può candidare chiunque, anche la Posta.

 

Foto d'apertura MARTIN RUETSCHI
ATS

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