Il presidente del Partito dei lavoratori della Turchia aveva contestato pubblicamente l'esistenza di uno sterminio programmato della minoranza armena durante la prima guerra mondiale: in discorsi pronunciati a Losanna, Opfikon (ZH) e Köniz (BE) aveva fra l'altro parlato di una "menzogna internazionale".
Nel marzo scorso il Tribunale di polizia di Losanna lo aveva condannato ad una pena pecuniaria di 9000 franchi, sospesa con la condizionale per due anni, più una multa di 3000 franchi. Il 65enne aveva dovuto inoltre assumersi i costi giudiziari e versare 1000 franchi all'Associazione Svizzera-Armenia (ASA) a titolo di torto morale. La sentenza - giudicata razzista e imperialista dall'interessato, che aveva paragonato il procedimento a quello in uso presso l'Inquisizione spagnola - era stata confermata in giugno dalla corte di cassazione vodese.
Perincek si è quindi rivolto al TF, rimproverando sostanzialmente alla giustizia vodese di non aver proceduto a un'istruzione sufficiente per determinare se i massacri sono avvenuti realmente. I giudici di Losanna gli hanno risposto che scrivere la storia non incombe all'autorità penale: vi è un consenso generale, sia fra gli storici che in un pubblico più ampio, che il genocidio armeno è un fatto realmente avvenuto. Secondo la corte non ha alcuna importanza che alcuni stati abbiano scelto di non riconoscere pubblicamente il genocidio, perché a questo proposito entrano in considerazione motivi di opportunità politica.
Per il TF Perincek ha inoltre agito spinto da motivazioni razziste e nazionaliste, al di fuori del dibattito storico. L'interessato ha operato in piena cognizione di causa, dichiarando fra l'altro che non cambierà mai opinione, anche se una commissione neutrale dovesse raggiungere una conclusione opposta alla sua.