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BB/BN BEST EVER«L'Ambrì d'Europa fu grande ma che botta l'eliminazione con il Lugano»

06.07.17 - 07:00
Pauli Jaks difese i pali biancoblù (anche) nella stagione 1999/2000. «Eravamo una squadra vera. E poi c'era Stephan Lebeau, eccezionale sul ghiaccio e nello spogliatoio»
Ti-Press
«L'Ambrì d'Europa fu grande ma che botta l'eliminazione con il Lugano»
Pauli Jaks difese i pali biancoblù (anche) nella stagione 1999/2000. «Eravamo una squadra vera. E poi c'era Stephan Lebeau, eccezionale sul ghiaccio e nello spogliatoio»
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AMBRÌ - Non fosse stato per l'eliminazione patita nei playoff per mano dei cugini, la stagione 1999/2000 sarebbe stata strepitosa per l'Ambrì.

Perché se perdere, si sa, fa sempre male, arrendersi proprio davanti a chi veste bianconero in Leventina non lo sopportano proprio. Eppure, nei ricordi dei tifosi, il rovescio nella semifinale di LNA non dovrebbe macchiare un'annata vibrante, nella quale i biancoblù riuscirono a issarsi molto in alto nell'élite europea dell'hockey.

«State parlando di una squadra vera - racconta Pauli Jaks, quell'anno protagonista davanti alla gabbia sopracenerina - di un gruppo solidissimo e composto da grandi amici. Anzi, state parlando di una famiglia. È questo che ricordo con maggior chiarezza di quell'avventura. Insieme ci divertivamo davvero. Si lavorava sodo, ci si impegnava, ma l'atmosfera nello spogliatoio era fantastica. Questo ci aiutò in parecchie situazioni».

Quando ci furono problemi?
«No, quando magari le partite si mettevano male. Essere sotto nel punteggio - lo ricordo - per noi non fu mai un guaio. Avevamo una confidenza tale nei nostri mezzi da essere certi di poter ribaltare ogni risultato, di poter battere ogni avversario».

Vittorie e soddisfazioni arrivarono (anche) perché quell'Ambrì aveva in rosa i due Lebeau, Stephan e Patrick, due campioni incredibili.
«Il primo soprattutto, che in carriera aveva vinto anche una Stanley Cup (con i Canadiens, nel 1992/93, ndr), era eccezionale, sul ghiaccio come all'interno dello spogliatoio».

Fino a marzo, con i successi continentali e il quarto posto in regular season, tutto andò per il meglio.
«Vincere la Supercoppa battendo il Magnitogorsk fu qualcosa di incredibile. Imporsi, nuovamente, nella Continental Cup... anche quella fu una grande soddisfazione».

In campionato però arrivò il solito Lugano a rovinarvi i piani.
«Trionfare finalmente nei playoff era il grande obiettivo stagionale. Partimmo bene, battendo il Berna, ma poi non riuscimmo a ripeterci contro i bianconeri. Ricordo che provammo in ogni modo a neutralizzare i cugini, ma non ci riuscimmo. Si deve essere onesti e riconoscere il valore di un avversario che ci battè meritatamente. Certo, ora che mi ci fate ripensare, la delusione, la botta, per l'eliminazione, per non essere riusciti a mettere in bacheca un trofeo tanto importante, fu davvero grande. Per noi ma soprattutto per i nostri tifosi. I giocatori infatti, i professionisti, tornando sul ghiaccio riescono a metabolizzare più in fretta una sconfitta. Chi sta in tribuna, invece, giustamente fa fatica».

Qual è stato secondo te l'Ambrì più forte: quello del 2005/06 o quello del 1999/2000? Rispondi votando nel sondaggio

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