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Grande gioia per essere arrivati a giocarsi il titolo nel 2015/16? Non per tutti. Hirschi: «Forse i più giovani godettero della grande cavalcata, non io»
LUGANO - Una soddisfazione incredibile o un enorme rammarico: cos'è davvero stata la stagione 2015/16 per il Lugano?
In fondo la finale dei playoff, raggiunta dopo dieci anni di grandi pene, da sola ha rappresentato un traguardo enorme. Un risultato ancor più grande se si pensa come la squadra, guidata da Patrick Fischer, scattò al via. L'esonero dell'attuale selezionatore della Nazionale e la scossa data dal vulcanico Doug Shedden, permisero ai bianconeri, finiti nel frattempo in coda alla graduatoria, di risalire velocemente la china e di presentarsi come mina vagante nei playoff. Ci furono il successo netto sullo Zugo al primo turno, la vittoria, sofferta ma meritata contro il Ginevra... i ticinesi arrivarono in finale carichi di grandi speranze...
«Ma fallimmo l'ultimo passo - è intervenuto Steve Hirschi - Quanto fu duro digerire quella sconfitta».
Eppure giocare la serie con vista sul titolo fu fantastico.
«È un discorso difficile da fare. Certo spingersi così in avanti nei playoff fu pazzesco. La Resega stracolma e festante, i successi: tutto fu bellissimo. La sconfitta però... Forse i più giovani godettero della grande cavalcata. Io, conscio che non avrei avuto molte altre possibilità per vincere un titolo, non fui invece certo felice. Le settimane seguenti alla fine della stagione, lo ricordo bene, non furono facili. Poi con il tempo...».
C'è stato un momento, in quell'anno, in cui capiste davvero di essere forti?
«A Davos, in Coppa Spengler. Giocammo un gran torneo, arrendendoci solo in finale al Team Canada. Lì fu chiaro, nello spogliatoio, che stavamo percorrendo la strada giusta, che se tutti avessero fatto la loro parte ci saremmo potuti levare belle soddisfazioni. Tornati a giocare in campionato ci esprimemmo a un livello molto alto. Svoltammo».
Quello è il passato. Il presente di Hirschi è il "mestiere" di allenatore nel Settore giovanile bianconero.
«Negli ultimi trent'anni, in questo momento della stagione sono sempre stato impegnatissimo con la preparazione estiva. Ora è diverso: sono molto più preso a livello "di testa", nell'organizzazione del lavoro altrui, che a livello fisico. Certo riesco ancora ad allenarmi ma la forma perfetta è lontana, tanto è vero che ho già perso 5-6 kg di muscoli».
Quale Lugano è stato più forte, quello del 1985/86 o del 2015/16? Rispondi votando nel sondaggio.
