Lo spagnolo è tornato a parlare dopo gli incresciosi episodi degli ultimi GP: “Credo che dopo uno, due, tre mesi si renderà conto di tutto. Ho la coscienza a posto”
VALENCIA (Spagna) - L’impressione è che gli strascichi dell’ultimo GP stagionale del mondiale di MotoGP, se nessuno inizierà a stare in silenzio, continueranno a farsi sentire per molto, molto tempo.
Marc Marquez, ad esempio, non si è tirato indietro: “Sono completamente in disaccordo con Valentino, che ha spinto molto su di me, su Dani, su Honda, sulla Dorna, su Lorenzo. Però, alla fine, spero che in futuro la mia mano sia sempre pronta a stringere la sua. Credo che dopo uno, due, tre mesi, si renderà conto di tutto. Io ho la coscienza a posto", sono state le sue parole riportate da gpone.com.
“Più che ciò che è successo in pista, mi ha turbato quello che ha fatto fuori dalla pista. In Malesia, giovedì, mi ha attaccato facendo credere alla gente quello che nessun pilota ha mai visto. Rispetto Valentino, ma non mi piace questa situazione”, ha continuato. “Valentino è la leggenda di questo campionato, sono stato contento di vedere domenica le tifoserie mischiarsi. Questo è un campionato molto bello, non si deve andare uno contro l’altro, o contro una squadra o l’organizzatore. Bisogna voltare pagina. Le altre settimane sono state difficili, dalla Malesia in poi non sono stato felice e non mi sono sentito bene per questa situazione. E’ strano quello che è successo dopo Phillip Island, dove ho vinto e in cui ho tolto 5 punti a Lorenzo. Sapevo che la cosa migliore sarebbe stata vincere a Valencia”, ha sottolineato.
Per quanto concerne il GP di Valencia… “Sono riuscito a mantenere la concentrazione e non era facile. Ho provato a vincere, non sono stupido, sapevo che se non ci fossi riuscito mi sarei ritrovato in questa situazione, ma sfortunatamente non mi è stato possibile perché Lorenzo è stato più forte. Ero più nervoso del 2013 quando qui mi sono giocato il Mondiale. Stavo facendo una gara simile a quella di Indianapolis, ma non sono riuscito ad attaccare Jorge; alla fine non ho capito le sue parole, questo è uno sport individuale dove ognuno pensa per sé. In Australia uno spagnolo aveva preso 5 punti a un altro spagnolo e un italiano 3 a un altro italiano”.
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