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HCAPAlessandro Benin, un esperto NHL al servizio dell’Ambrì

25.07.13 - 07:17
I biancoblù hanno ingaggiato il nuovo team manager che collaborerà anche con Pelletier nello scouting e come video coach
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Alessandro Benin, un esperto NHL al servizio dell’Ambrì
I biancoblù hanno ingaggiato il nuovo team manager che collaborerà anche con Pelletier nello scouting e come video coach
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AMBRÌ – L’HCAP ha ingaggiato per la prossima stagione Alessandro Benin, il quale ricoprirà il ruolo di Team Manager e collaborerà a stretto contatto con Pelletier nell'analisi tecnica dei video delle partite della squadra e di quelle degli avversari (video coach). Il 36enne è un vero esperto di hockey, visto che nella sua carriera ha collaborato con diverse squadre dall'importante blasone. È cresciuto con Jim Koleff ed è stato con lui dapprima a Lugano, poi a Langnau (con i bianconeri ha vinto un titolo nel 2003). Nello stesso tempo ha svolto anche la pregevole mansione di osservatore per conto della franchigia di NHL dei Los Angeles Kings e nella sua bacheca può annoverare anche due Coppe Spengler conquistate con il Team Canada nel 2002 e nel 2003. È stato anche head coach della U16 dei Milano Vipers, nonché selezionatore principale del movimento giovanile della Lombardia.

Alessandro Benin, come hai iniziato la tua carriera nell’hockey?
“Ho mosso i primi passi a soli 22 anni in Canada come vice allenatore di una compagine U20 nel 1999”.

Come sei approdato in Ticino?
“Sono giunto per la prima volta a Lugano nel 2000 per merito di Jim Koleff che reputo un padre. In bianconero ho ricoperto le cariche di video coach della prima squadra e di vice allenatore degli Elite, con Diego Scandella come head coach. A Lugano sono stato molto bene e ho instaurato degli ottimi rapporti, poi nel 2004 me ne sono andato per seguire Koleff al Langnau, dove ho svolto le medesime mansioni, più quella di team manager”.

Hai collaborato anche con i Los Angeles Kings e con il Team Canada alla Spengler…
“Ho lavorato con la franchigia di NHL dal 2001 al 2004 come consulente e osservatore dei giocatori elvetici che militavano nel campionato svizzero. Fra i giocatori dell’epoca che visionavo c’erano per esempio Patrick Bärtschi, Severin Blindenbacher, Thiabaut Monnet e Mark Streit. Tutto questo lo devo a Koleff e ad Andy Murray, ex allenatore del Lugano, nonché padre di Brady e Jordan. Per quanto riguarda la Spengler è stata una grandissima esperienza vincere due edizioni ed essere l’aiutante di Garry Green, il più giovane allenatore della storia della NHL”.

Sei stato anche Head coach nella tua carriera…
“Subito dopo l’esperienza di Langnau, mi hanno chiamato i dirigenti del Milano Vipers per fare il vice della prima squadra e l’head coach della U16. Nello stesso tempo ero anche selezionatore del movimento giovanile della Lombardia. Poi, ho deciso di cambiare un po’ aria e mi sono lanciato in una nuova attività, ovvero nel golf. Per questa mia seconda passione, dove ero organizzatore di tornei, ho accantonato un po’ l’hockey, visto che i miei impegni lavorativi non mi permettevano di continuare la vita dell’allenatore”.

Come mai Ambrì?
“Negli ultimi anni sono sempre venuto al campo d’allenamento estivo dei biancoblù e conoscendo molto bene sia Serge Pelletier che Diego Scandella è stato tutto più semplice. Loro sanno cosa posso dare e ripongono in me piena fiducia. Anche in Leventina ricoprirò le funzioni di team-manager, osservatore per conto della società e video coach. Spero di fermarmi il più a lungo possibile e di ottenere i successi che questa società e questi tifosi meritano. L’ambiente è fantastico e sceglierei tutta la vita di vivere in un posto tranquillo come Ambrì piuttosto che nel caos di una grande città come Milano". 

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