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LNA«Hall? Attitudine esemplare... e quella famosa rissa aveva lasciato tutti di stucco»

09.07.17 - 07:49
Paolo Duca ha raccontato qualche aneddoto riguardante il suo compagno di squadra all'Ambrì per tre stagioni, il quale ha deciso di porre fine alla sua carriera
«Hall? Attitudine esemplare... e quella famosa rissa aveva lasciato tutti di stucco»
Paolo Duca ha raccontato qualche aneddoto riguardante il suo compagno di squadra all'Ambrì per tre stagioni, il quale ha deciso di porre fine alla sua carriera
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AMBRÌ - Qualche giorno fa Adam Hall ha deciso di appendere i pattini al chiodo all'età di 37 anni, dopo tre campionati trascorsi in Leventina conditi da 86 punti in 159 partite. 

La fine della stagione 2016/2017 ha dunque portato diversi giocatori biancoblù a terminare la propria carriera: oltre all'ormai ex attaccante statunitense ci sono stati anche Oliver Kamber, Mark Bastl e Paolo Duca.

Proprio l'ex capitano, ora direttore sportivo dell'Ambrì, si è espresso in merito all'amico "Hallsi" e ai piacevoli momenti trascorsi in sua compagnia.

Paolo, e così anche Adam Hall ha deciso di smettere con l'hockey giocato...
«Avrebbe sicuramente potuto continuare ancora qualche anno. "Hallsi" è davvero una persona squisita ed è stato un giocatore di spessore. Per questo motivo sono contento sia di avere avuto la fortuna di conoscerlo, che di aver potuto giocare insieme a lui. Nonostante avesse 700 partite di NHL sulle spalle quando è arrivato in Leventina, ha apprezzato quello che ha trovato e ha sempre dato il massimo. A livello di attitudine è stato esemplare, davvero un ottima "guida" per i compagni di squadra».

Ma com'era nello spogliatoio?
«Un Leader carismatico, una sorta di "allenatore in pista" e un buon compagno: dispensava consigli a tutti, si faceva sentire quando ce n'era bisogno ed era molto attento alle dinamiche del gruppo. Oltre a questo, a livello fisico era sempre pronto, si prendeva perfettamente cura del suo corpo, metteva un'intensità incredibile durante gli allenamenti e preparava le partite come pochi altri ho visto fare nella mia carriera. Aveva sicuramente queste doti di leadership».

...e avete appeso i pattini al chiodo più o meno nello stesso momento...
«Non era ovviamente programmato, è successo. Abbiamo soltanto un anno di differenza e, quando si arriva a 35-36 anni, le probabilità che si possa smettere la propria carriera nella stessa stagione aumentano. Ogni giocatore che appende i pattini al chiodo si ricorderà maggiormente dell'ultima squadra in cui ha militato e quindi, in questo senso, avrò un ricordo ancora più marcato di lui».

Raccontaci qualche aneddoto...
«Con "Hallsi", Gautschi e a volte Fuchs, ho condiviso il "carsharing": ci trovavamo al mattino a Camorino e poi facevamo il viaggio fino ad Ambri, compreso il ritorno, insieme. Questa situazione ha permesso di consolidare il nostro rapporto, dato che nei tragitti percorsi insieme abbiamo avuto modo di discutere e di scambiare opinioni su ogni argomento. Eravamo inoltre anche vicini di posto nel bus durante le trasferte e, ovviamente, le grandi analisi riguardavano soprattutto l'hockey. Sono contento di aver potuto beneficiare di questi scambi con lui».

...e la rissa in cui era sorprendentemente rimasto coinvolto in occasione di un'amichevole pre-campionato contro una squadra austriaca?
«Quella volta stavo guardando la partita dalla tribuna in quanto ero infortunato e devo dire che siamo rimasti tutti di stucco. Conoscendo sia la persona che la sua correttezza, dato che prendeva anche raramente penalità, nessuno si aspettava una reazione del genere. Ci siamo spaventati. L'ha steso e gli è saltato addosso: pensavamo volesse ammazzarlo. Negli spogliatoi gli ho poi chiesto cosa fosse successo: praticamente l'avversario gli aveva deliberatamente dato una gomitata in testa e secondo lui si trattava di un gesto molto pericoloso e stupido, soprattutto con i problemi di commozione cerebrale che esistono ai giorni nostri. Evidentemente l'aveva fatta grossa e il buon "Hallsi" ha perso di conseguenza le staffe». 

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