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L'OSPITE«Pista (o stadio) a Castione? Da medaglia d'oro. Fare messa senza chiesa...»

26.04.17 - 09:35
La nuova Valascia traslocherà a sud? Secondo Arno Rossini ci sarebbero grandi vantaggi: «Avremmo un impianto vivo, funzionale, sfruttabile tutto l'anno. Farebbe la differenza»
TI-Press
«Pista (o stadio) a Castione? Da medaglia d'oro. Fare messa senza chiesa...»
La nuova Valascia traslocherà a sud? Secondo Arno Rossini ci sarebbero grandi vantaggi: «Avremmo un impianto vivo, funzionale, sfruttabile tutto l'anno. Farebbe la differenza»
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ARBEDO-CASTIONE - Stadi, piste, impianti... pare che Castione sia divenuto il centro del mondo: se si è ticinesi e se si vuol dotare di una casa il proprio (grande) club sportivo, i terreni a ovest della stazione sono quelli sui quali un po' tutti hanno fatto più di un pensiero. Partendo dal Bellinzona giuliniano, passando dal Lugano di Renzetti, e chiudendo con l'Ambrì dei tifosi (e con in mezzo, almeno un paio di volte l'anno, qualche fantomatica cordata), in molti sono passati da quelle parti per fare un sopralluogo, per capire se "si poteva e conveniva". Qualcuno è fallito prima di posare la prima pietra, altri - che arrivavano da troppo lontano - hanno preferito rinunciare. Altri ancora, è questo il caso dei biancoblù, ci stanno pensando seriamente.

«Lo facessero dovremmo tutti levarci il cappello - ha sottolineato Arno Rossini - Costruire un impianto sportivo in quella zona, che si stia parlando di hockey o di calcio, per la società come per il cantone sarebbe un successo clamoroso. Come vincere la medaglia d'oro alle Olimpiadi».

Da mister prima e da osservatore per la Nazionale di Vlado Petkovic poi, hai avuto la possibilità di girare in lungo e in largo Svizzera ed Europa. Che stadi hai visto?
«Molte volte mi sono imbattuto in impianti moderni e funzionali. Non per forza enormi, sia ben chiaro, ma davvero "invitanti". In Belgio, in Olanda, in Francia, pure in Romania: stadi magari piccoli, da 15-20'000 spettatori, ma piacevolissimi da vivere. Accompagnati da centri commerciali, da cinema, sale riunioni... quello è il futuro».

E la Svizzera?
«Una fetta del fatturato dello Young Boys, quando ero dipendente del club, arrivava proprio dall'affitto degli spazi, dei locali, dei parcheggi, dell'impianto. Da quando hanno fatto lo stadio, a Berna, l'incertezza economica è svanita. Ho poi lavorato a Sion e lì, lo so, Constantin sta spingendo a tutta per poter costruire la casa dei biancorossi a Martigny. Sta facendo i salti mortali».

San Gallo, Lucerna...
«Sono stati lungimiranti e ora raccolgono i frutti di quanto seminato. Senza il Kybunpark, ne sono convinto, i biancoverdi non sarebbero in Super League. La casa oggi è necessaria. Una società che non ce l'ha parte in svantaggio. È come voler far messa e non avere la chiesa».

Il fattore economico è preponderante.
«Assolutamente. Come detto - e sarebbe così anche in Ticino - uno stadio o una pista moderni, ben studiati, a Castione potrebbero rendere tantissimo a chi li occupa. E non parlo solo di sport: tale impianto sarebbe infatti sfruttabile tutto l'anno, 365 giorni. Sarebbe ottimo come luogo di incontro per chi fa affari con il club, come anche "attraente" per chi vive nella zona. Per certi versi potrebbe pure ricoprire un ruolo "sociale"».

A livello prettamente sportivo, invece? I giocatori scelgono la squadra nella quale giocare anche in base alla "casa"?
«È di sicuro uno dei fattori. Lo vedi come qualcosa di comodo, come una struttura nella quale puoi spendere del tempo, che magari puoi anche vivere con la famiglia...».

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