Il presidente di Valascia Immobiliare SA, ha fatto il punto sulla situazione: «Se si cambia, l'iter di costruzione dovrà ricominciare da zero. Speriamo non ci siano ricorsi, la Lega non ci aspetterà»
AMBRÌ – «I 50 milioni di franchi necessari per la costruzione della nuova Valascia in questo momento non ci sono tutti. Vista la situazione, se non si troveranno i finanziamenti per coprire l'intera spesa, si potrebbe a questo punto valutare l'ipotesi di costruire la nuova “casa” lontano dalla Valle». Questo, a grandi linee, ha raccontato la scorsa settimana Filippo Lombardi il quale, a salvezza raggiunta, ha mostrato a tutti i nuovi/vecchi problemi dell'Ambrì. Dopo mesi, anni, di speculazioni, proclami, ipotesi e tentennamenti, di progetti, ricorsi e rilanci, la nuova pista biancoblù è dunque, per ora, solo un'idea lontana. Che pare difficilissima da realizzare.
Quanto ancora serve per arrivare a coprire tutte le spese? Davvero converrebbe spostare il nuovo impianto? Quanto tempo ci vorrà per vederlo completato e funzionante? Le domande che hanno cominciato a farsi i tifosi dei leventinesi sono più o meno di questo tenore. Di risposte per il momento ne sono in ogni caso arrivate poche; quelle “poche” abbiamo comunque provato a darle a tutti gli appassionati. Con l'aiuto di Angelo Gianini, presidente della Valascia Immobiliare SA.
Cominciamo... dall'inizio. La pista costa 50 milioni di franchi. Quanti ne mancano per raggiungere tale cifra?
«A dire il vero questo dato non lo conosco. L'aspetto finanziario è infatti fin qui stato curato da Filippo Lombardi. Starà a lui, magari lo farà nell'“assemblea” del 29 aprile, far capire al popolo biancoblù qual è la reale situazione, di che tipo di finanziamenti avremo bisogno per raggiungere la cifra necessaria per cominciare e portare a termine i lavori. In ogni caso i tempi per decidere il da farsi e per muoversi non sono larghissimi. Fino a ora abbiamo dato ovviamente la precedenza all'aspetto sportivo...».
Che è stato “sistemato” con la salvezza.
«Non del tutto. Quello era il primo, imprescindibile passo. Ora, nell'incontro programmato, cercheremo di capire come vorranno comportarsi tifosi e innamorati dell'Ambrì. Se si accontenteranno di vedere la squadra in LNB – anche se penso che questa ipotesi sia remota – o se spingeranno perché si possa rimanere in LNA ed essere il più competitivi possibile».
Questa seconda idea pare la più probabile.
«A quel punto allora si dovrà capire se davvero la pista ad Ambrì, con quei costi, è fattibile. Altrimenti forse sarà davvero il caso di prendere – a malincuore – in considerazione la possibilità di spostarci».
A Castione. Ma avere la nuova casa su quei terreni cosa cambierà? Qual è la speranza: avere più soldi dai finanziatori attuali o trovare dei “sostenitori” nuovi?
«Lo spostamento potrebbe generare interessi diversi. E di un eventuale trasloco andrebbero valutate attentamente tutte le variabili. Mi sembra in ogni caso chiaro che avere il proprio nome sul tetto di un impianto, firmato da Mario Botta, che si affaccia su una delle più importanti vie di comunicazione che uniscono nord e sud Europa possa essere più allettante piuttosto che averlo ad Ambrì. Certi spazi sarebbero di sicuro vendibili con maggior facilità».
Il fattore visibilità nemmeno si discute.
«È così. Eppure non possiamo pensare solo a questo. Già nel 2010, quando ci fu negata la licenza, insieme con il Municipio di Quinto pensammo a come comportarci. A cosa fare. Ricostruire la Valascia? Dove? In quel momento – come d'altronde un anno e mezzo fa – scartammo a priori la possibilità di muoverci da quei posti. La realtà è che c'è un legame con il territorio che è molto forte. C'è una storia da rispettare. C'è un'identità da difendere. Ci sono emozioni che non si cancellano. Guardando questi aspetti spostarci dalla Valle non sarebbe certo ideale. Qualche giorno fa, in un sondaggio, avete chiesto ai tifosi se questi seguirebbero la squadra in una nuova casa lontano dalla Leventina. La mia prima risposta, quella di getto, da supporter, è stata "no". Poi però arrivano le tessere... sono un appassionato vero, pensate riuscirei a mollare tutto?».
Come evolverà la situazione? Cosa accadrà?
«Come detto, i tempi per muoversi non sono ampissimi. Penso che entro la fine del prossimo mese si dovrà prendere una decisione. Se in queste settimane la posizione dei finanziatori non sarà cambiata e ci renderemo conto che davvero non ci sono i mezzi per costruire un impianto da 50 milioni ad Ambrì... allora dovremo muoverci. Se poi nel frattempo, magari, a Castione ci sarà già la certezza di poter fare la pista con 30 milioni e di poter disporre di determinati fondi... la scelta diverrà quasi inevitabile».
I 50 milioni per una “casa” a Quinto sono da subito sembrati tantissimi.
«Eppure questo è il costo di costruzione in Svizzera. Non la pagheremo - o non l'avremmo pagata - di più perché pensata da Mario Botta. Il luogo scelto era perfetto, eravamo convintissimi, il progetto era validissimo...».
Mettiamo che, alla fine, per permettere al club di continuare per almeno altri 80 anni, vi arrendiate all'idea di spostarvi dalla Leventina. Mettiamo che, fallita l'idea-Ambrì, dobbiate ricorrere al “piano B”... Il processo per la costruzione di un'Arena dovrebbe ripartire da capo?
«Esatto. Con studi di fattibilità, permessi da chiedere, il progetto da presentare... tutto insomma».
Eppure avete la Lega che vi segue da vicino: ci sono dei paletti fissati per l'inaugurazione del nuovo impianto.
«Sì, certo, dovremo essere pronti per settembre 2018».
Ma come è possibile rispettare tale scadenza se tutto l'iter deve ripartire da zero?
«Una proroga al settembre 2019 è ottenibile. Certo dovremmo sperare, una volta mossi i primi passi, che non ci siano opposizioni nei vari termini, che la ricerca dei finanziamenti non vada per le lunghe...».
Qualora non riusciste a rispettare la “consegna” al settembre 2019?
«Si andrebbe in LNB».
Senza se né ma?
«In realtà a quel punto, per ottenere una nuova proroga, “basterebbe” che i lavori fossero a uno stadio avanzato. A quel punto, se mancasse solo qualche mese per il completamento della pista, la LN non ci metterebbe di certo il bastone tra le ruote. Certo non potremmo presentarci nell'autunno del 2019 ancora in alto mare. In quel caso non otterremmo alcuno sconto».
Non siete i soli ad avere qualche problema con l'impianto.
«Esatto. In una situazione simile sono pure Friborgo e Losanna. Anche loro non sono in regola e anche loro rischiano di non essere pronti per il 2019. Il problema è che, spesso, davanti a un progetto importante, in quei cantoni si lasciano da parte le divisioni e si rema tutti nella stessa direzione. Il Ticino, invece, è piuttosto litigioso. È dunque meglio non speculare troppo sui problemi degli altri due club. Meglio concentrarsi sul lavoro da fare qui».