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HCAP«Servono lavoro ed emozioni. Ho l'energia per affrontare questa sfida»

22.02.17 - 21:28
Gordie Dwyer, head coach biancoblù: «Ci sono delle lacune: aspetti tecnici, fisici e mentali sui quali dobbiamo insistere. Giovani dai Rockets? Sono qui perché se lo meritano»
TiPress
«Servono lavoro ed emozioni. Ho l'energia per affrontare questa sfida»
Gordie Dwyer, head coach biancoblù: «Ci sono delle lacune: aspetti tecnici, fisici e mentali sui quali dobbiamo insistere. Giovani dai Rockets? Sono qui perché se lo meritano»
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AMBRÌ - Sprofondato in una nuova e allarmante crisi nerissima, l’Ambrì di Dwyer deve ricompattarsi, riorganizzare le idee e preparare i prossimi impegni per arrivare con un obiettivo (possibilmente il decimo posto) e in condizioni quantomeno accettabili al girone playout. Smaltiti - o almeno si spera - i ribaltoni del weekend e l’amara trasferta nei Grigioni, quest'oggi i biancoblù sono tornati ad allenarsi agli ordini del coach canadese, al quale abbiamo tastato il polso al termine della seduta.

Il momento è complicatissimo, come lo state affrontando? «In questo momento siamo obbligati ad analizzare a fondo i nostri match e i nostri allenamenti: non è un segreto che ci siano delle lacune, degli aspetti tecnici, fisici e mentali sui quali dobbiamo insistere e lavorare».

Il tempo a disposizione però non è molto. «La situazione è ”down”, siamo ultimi e manca pochissimo alla post season, non possiamo cambiare tutto. Vogliamo portare una “strategia” che possa aiutare la squadra e insistere sul fattore mentale. Nell’hockey questo aspetto è molto importante: dobbiamo tirare fuori il massimo dai nostri giocatori».

Due prestazioni convincenti contro Lugano e Davos prima della sosta, poi una decina di giorni di lavoro e il successivo blackout. C’è una spiegazione? «Il weekend era stato preparato bene, eravamo pronti ai "blocchi di partenza", poi siamo inciampati… Siamo inciampati nei primi periodi e così è difficile vincere una partita, poi abbiamo cercato di ricucire lo strappo».

Stranieri deludenti e un attacco sterile: l’Ambrì nelle ultime pessime uscite ha anche clamorosamente smarrito il gol per 9(!) periodi consecutivi. «Abbiamo avuto occasioni, dobbiamo saperle sfruttare, gli altri lo hanno fatto. Ad ogni modo c'è sicuramente da lavorare sulla produzione offensiva, è anche una questione mentale e di fiducia. Non si può sempre controllare quello che accade in pista, ma poi bisogna saper reagire: servono emozioni e lavoro, questo è il messaggio. Stranieri? In Svizzera gli stranieri sono importantissimi, ho piena fiducia in quelli a mia disposizione, so che sono ottimi giocatori».

Delle ultime prestazioni c’è qualcosa da salvare? «È sicuramente più facile trovare aspetti negativi. Non abbiamo cercato abbastanza la vittoria, bisogna migliorare su tutti i livelli».

Allenamento intenso, sguardi concentrati e lavoro a testa bassa. Tra i giocatori sono svaniti i sorrisi che, solo fino a qualche settimana fa - in particolare anche dopo l’esonero di Kossmann - circolavano alla Valascia. «L’intensità e il lavoro sono aspetti che possiamo “controllare”: quando ci sono lacune si possono colmare. Siamo ultimi, bisogna lavorare in ogni direzione e cercare di crescere in tutto, anche a livello fisico».

Errori collettivi, ma soprattutto tanti gravi svarioni (vedasi Mäenpää) a livello individuale. «In un momento come questo bisogna pensare come squadra, non serve puntare il dito su uno o due giocatori, tutto il team deve muoversi nella stessa direzione. Poi bisogna anche essere realisti: tutti, per cercare la vittoria, devono trovare una reazione. C’è sicuramente un margine di miglioramento».

Gli errori gratuiti vanno comunque limitati. «L’hockey è uno sport basato sugli errori, bisogna costringere gli avversare a sbagliare grazie ad azioni veloci, gioco rapido ed intenso. Dopodiché bisogna anche castigarli, sfruttare le occasioni… Ad ogni modo è chiaro che vanno limitati gli errori gratuiti: questi pesano sulle spalle di chi li commette...».

Oggi, agli ordini di Dwyer, si sono allenati - in arrivo dai Rockets - anche Roman Hrabec, Noele Trisconi, Tommaso Goi, Patrick Incir e i fratelli Isacco e Zaccheo Dotti. «C’è una squadra in LNB che ci dà questa opportunità, anche per questi ragazzi è un’occasione. La loro voglia ed energia ci farà del bene. Stucki ha già giocato con noi tre partite e contro il Davos è stato tra i migliori».

C’è la possibilità che qualcuno giochi contro Kloten e Losanna? «Vedremo, non è già deciso, ma sono qui perché lo meritano, per portarci qualcosa e provare a guadagnarsi il posto. Possono aiutare il gruppo, farò le mie valutazioni. Un messaggio per gli altri giocatori? Ci devono sempre essere messaggi».

Infine, un "passo indietro" sul tuo arrivo in Leventina. Quando hai firmato con l’Ambrì ti aspettavi di incontrare così tante difficoltà? «Quando sono arrivato conoscevo la situazione, sapevo di trovare una squadra all’ultimo posto e che c’era molto lavoro da fare: è normale quando si rimpiazza qualcuno. Sapevo che sarebbe stata una sfida ma l’ho vista come una bella opportunità. Ambrì è una squadra riconosciuta a livello europeo e con grande tradizione. È una bella occasione, sono un coach, ma anche una persona che ama le sfide: ho le energie per affrontarla, ne sono convinto», ha concluso Gordie Dwyer.

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COMMENTI
 

GI 7 anni fa su tio
L'energia la devono avere, innanzitutto, coloro che mettono i pattini....
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