Cerca e trova immobili

HCL«Il Lugano che gioca contro Shedden? Noi con Barry Smith non lo facemmo»

30.11.16 - 13:39
Kimmo Rintanen ha "scagionato" i bianconeri, sottolineandone però i difetti: «Per tornare a vincere devono mettere più passione sul ghiaccio e difendere meglio. Il coach? Guai a punire i giocatori»
«Il Lugano che gioca contro Shedden? Noi con Barry Smith non lo facemmo»
Kimmo Rintanen ha "scagionato" i bianconeri, sottolineandone però i difetti: «Per tornare a vincere devono mettere più passione sul ghiaccio e difendere meglio. Il coach? Guai a punire i giocatori»
HOCKEY: Risultati e classifiche

LUGANO - Tre reti nel primo tempo e poi più nulla. Il buio. Il vuoto.

Contro il Kloten il Lugano ha giocato due partite diverse, ha fornito due prestazioni diverse. È quasi parso che i bianconeri abbiano voluto dimostrare di "potere" nei primi 20', per poi tirare i remi in barca negli altri 40'.

Giocare contro il coach? Non avrebbe senso. Anche se la sensazione...

Il confronto di ieri alla Swiss Arena ha ricordato quello che, proprio contro gli Aviatori, cinque anni fa, costò il posto a Barry Smith. In quel caso i ticinesi persero 1-9, evitandosi anche i primi 20' di fuga. Allora il gruppo si rivoltò chiaramente contro l'allenatore il quale, la mattina seguente, salutò tutti, strinse qualche mano e se ne tornò in Nord America.

In pista, in quella partita, c'era anche Kimmo Rintanen il quale, dopo una vita a Kloten, scelse la Resega per mettere in scena le ultime recite in Svizzera. In quella partita il finlandese, come tutti, non vide mai il disco...
«Mi ricordo bene quel match - ci ha confermato il 43enne, ora assistant coach nell'U20 del TPS, a Turku - fu stranissimo, particolare. Nel primo tempo ebbi la possibilità di segnare due o tre gol. Non lo feci. Mentre i nostri rivali erano scatenati: ogni volta che "salivano" andavano in rete. Confronti del genere possono capitare...».

Quella sfida chiuse l'avventura bianconera di Barry Smith. La sensazione fu che davvero voi faceste le scarpe al coach.
«Giocare contro l'allenatore? No, non lo facemmo. Almeno io non lo feci. In carriera ho avuto la fortuna di giocare spessissimo in buone squadre, quindi non sono esperto di queste situazioni; non credo però che, quando si è sul ghiaccio, davvero si possa apertamente andare contro il coach».

Non pensi dunque che il gruppo bianconero, quello di ora, stia lanciando dei segnali? Stia muovendosi, se non contro, sicuramente non a favore di Shedden?
«Dovrei essere all'interno dello spogliatoio per dirlo. Comunque... mi pare difficile. Credo piuttosto che la situazione sia particolare, momentanea. Non sei tranquillo e tutto ti sembra più difficile. Non sei tranquillo e... il disco non entra».

Qual è il problema di questo Lugano?
«Ne vedo due: non riesce sempre a mettere passione sul ghiaccio e soffre troppo in difesa. I bianconeri dovrebbero giocare ogni match come fosse un derby; con quella carica, con quell'entusiasmo. Così di certo potrebbero mascherare le loro lacune. Per quanto riguarda la retroguardia invece... so che hanno tanti infortunati - e di sicuro questo influisce - ma non si può pensare di vincere spesso quando incassi quasi quattro reti a partita. Ieri ho seguito il match solo su internet. Al primo aggiornamento il risultato era 3-0. Quando poi sono "rientrato" per controllare, era 3-6. Alla Resega devono trovare il modo di proteggere meglio Merzlikins. Quella è la chiave. Se ce la faranno, se riusciranno a riscoprirsi più attenti e compatti, allora la situazione migliorerà nettamente: in attacco sentiranno meno pressione, non si sentiranno in dovere di segnare ogni volta per "mascherare" i problemi della retroguardia, e quindi saranno più tranquilli. E quando sei tranquillo tutto diventa più facile. Il Lugano, non dimenticatelo, ha là davanti giocatori eccezionali...».

Sei stato in pista per una vita e quando hai appeso i pattini al classico chiodo ti sei spostato in panchina. Puoi dunque parlare per esperienza: qual è il comportamento peggiore che può tenere un coach in uno spogliatoio?
«Punire i giocatori quando sbagliano. O quando non fanno quel che lui vuole. Un allenatore deve parlare, parlare e ancora parlare. Il suo obiettivo deve essere quello di convincere il gruppo che la sua idea è quella giusta, quella migliore, quella vincente».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 

Meridiana 7 anni fa su tio
La camola più incidente è il DS Habisreutuiger, non sarebbe ORA DI LIBERARSENE ! Penso si più che opportuno decidere ora perchè al HCL ha dato molto poco ! Sono fiducioso nelle decisioni della PRESIDENTE. Auguri

El Jardinero 7 anni fa su tio
Sempre Uniti Fieri Bianconeri

sergejville 7 anni fa su tio
Forza Lugano!
NOTIZIE PIÙ LETTE