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LNA«Ambühl e Dubois sono due leader: sarebbe bello diventare come loro un giorno»

16.08.16 - 13:06
Il ticinese Dario Simion si appresta a iniziare il suo terzo campionato con il Davos e venerdì c'è la Champions League: «Finora ci siamo allenati più che altro individualmente, ma siamo pronti»
«Ambühl e Dubois sono due leader: sarebbe bello diventare come loro un giorno»
Il ticinese Dario Simion si appresta a iniziare il suo terzo campionato con il Davos e venerdì c'è la Champions League: «Finora ci siamo allenati più che altro individualmente, ma siamo pronti»
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DAVOS - Nella serata di venerdì 18 agosto (ore 19.45), il Davos disputerà il suo primo incontro di Champions Hockey League contro i francesi del Rouen. 

Fra i giocatori che non vedono l'ora di scendere sul ghiaccio c'è anche il ticinese Dario Simion, il quale si appresta a iniziare la sua terza stagione nei Grigioni (57 punti in 107 partite disputate finora per lui, ndr).

Ricordiamo che quest'estate a Davos sono arrivati Forrer dallo Zugo, Kousal dal Metallurg Novokuznetsk (KHL), Rahimi e Van Pottelberghe dal Linköping, con quest'ultimo che avrà il compito di non far rimpiangere Genoni.

Dario Simion, come hai visto la squadra in queste prime settimane sul ghiaccio?
«L'ho vista bene, anche se settimana scorsa ci siamo allenati sul ghiaccio solamente in maniera individuale. Abbiamo dapprima esercitato la tecnica, poi con degli allenatori specializzati ci siamo concentrati sul pattinaggio e sul tiro. Siamo di conseguenza scesi in pista per disputare le prime amichevoli senza aver mai svolto un allenamento tutti insieme, ma devo dire che nonostante questo le partite sono andate abbastanza bene. In quest'ultima settimana abbiamo invece iniziato ad allenare la tattica con del Curto e venerdì capiremo effettivamente il nostro livello, visto che abbiamo la prima partita di Champions Hockey League. Abbiamo lavorato duramente tutta l'estate per essere pronti sia fisicamente che mentalmente per questo impegno».

Avere tutti questi allenatori specifici nella preparazione è una novità o è una pratica che il Davos è abituato a fare?
«Bene o male abbiamo sempre avuto un allenatore russo specializzato nel pattinaggio che ogni anno ci raggiunge nei Grigioni. Poi dallo scorso campionato abbiamo anche avuto la fortuna di poter collaborare con Michel Riesen, il quale si è specializzato nel tiro e attualmente esercita questa professione. Per questo motivo viene sempre con noi a insegnarci nuove tecniche. Trovo che avere degli allenatori di questo tipo sia molto utile per riuscire a migliorare ancora di più, dato che allenandoci a livello individuale abbiamo la possibilità di crescere notevolmente».

Ti appresti a iniziare la tua terza stagione nei Grigioni. Inizi a sentirti un po' un leader di questa squadra?
«Sicuramente il mio desiderio è quello di riuscire a portare un grande contributo alla squadra e voglio aiutarla il più possibile a raggiungere i traguardi prefissati. In questo momento però nel gruppo ci sono leader molto più importanti di me. Il mio obiettivo è comunque quello di diventare un giorno un giocatore come possono essere Ambühl o Dubois, ma chiaramente ci vuole del tempo».

...e quest'anno in spogliatoio non c'è più Samuel Guerra, che ha deciso di trasferirsi a Zurigo...
«È un difensore molto solido e per noi era molto importante sia dentro che fuori dal ghiaccio. Erano tanti anni che era qui a Davos, quindi da una parte capisco benissimo la sua scelta e la voglia di cambiare realtà per trovare nuovi stimoli e per salire di livello».

Come reputi il mercato del Davos? Manca qualcosa secondo te?
«È difficile da dire in rapporto agli allenamenti che abbiamo fatto finora. Si sa che la società punta tanto sui giovani e anche quest'anno ne sono arrivati alcuni promettenti. Oltre a questo abbiamo cambiato due stranieri e secondo me il gruppo è completo e competitivo così. Sono comunque sicuro che Arno riuscirà come sempre a gestire la situazione nel migliore dei modi e a centrare dei buoni risultati».

Nemmeno in porta? Perché Genoni era uno dei vostri punti fermi e attualmente in rosa avete soltanto due giovani promettenti: Senn (classe 1996) e Van Pottelberghe (1997)... ma non sono un po' troppo "piccoli"?
«Quest'anno il club ha deciso di puntare su questi due portieri molto giovani ed entrambi hanno dimostrato nelle amichevoli di avere grandi qualità. Personalmente trovo che sia positivo avere due ragazzi dello stesso livello, che si fanno concorrenza l'uno con l'altro di modo che entrambi debbano dare il massimo a ogni allenamento e a ogni partita. Questo permetterà loro di crescere ulteriormente e di aiutare la squadra in maniera importante". 

Il vostro obiettivo è la Champions?
«Chiaramente come ogni squadra l'obiettivo è quello di vincere il più possibile, però teniamo parecchio alla Champions. L'anno scorso ci siamo andati molto vicini e quest'anno cercheremo di ripeterci e provare magari a portare a casa la coppa».

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