Il ds biancoblù ha ammesso la trattativa: «Abbiamo parlato. Da noi sarebbe un punto di riferimento, altrove uno dei tanti. Per convincere i big a venire dobbiamo pagarli più degli altri club»
AMBRÌ – Poco competitivo a livello sportivo (e per questo poco attraente) e per nulla provvisto di casse piene di quattrini. Per l'Ambrì fare mercato è sempre difficilissimo. Per Ivano Zanatta, colui che rappresenta i biancoblù in sede di trattativa, sedersi al tavolo con questo o quel giocatore, convincere qualcuno ad accettare la corte dei “suoi” leventinesi, è impresa assai ardua.
Si sa i campioni sono volubili: prima di decidersi devono sentirsi coccolati, importanti, desiderati. E questo non sempre riesce al direttore sportivo dei sopracenerini: le carte da mostrare sul già citato tavolo non sono infatti sempre vincenti.
«I giocatori si possono convincere con tre argomenti – ci ha confermato proprio Zanatta - l'ambizione della squadra, le strutture, i soldi. Sono questi tasti che vanno toccati durante una trattativa».
E in tutti e tre i casi l'Ambrì non è certo fortissimo: la qualificazione ai playoff è merce rara, gli stipendi d'oro non esistono e la pista non è proprio dietro l'angolo per chi risiede, per esempio, a Bellinzona.
«Esatto, perfetto. Per questo ci riesce difficile convincere i nostri "obiettivi" ad accettare il progetto. Io ci provo, do l'anima. E questo perché a inizio campionato voglio avere la coscienza a posto: devo dare al coach la miglior squadra possibile».
È capitato che un ragazzo ti abbia detto: «Io ad Ambrì? Voi non puntate al titolo, per questo se mi volete mi dovete pagare di più rispetto a un altro club»?
«Accade di continuo. Questa è la realtà. A volte è frustrante ma... non ci si può far nulla».
La tua reazione?
«Mi innervosisco e continuo per la mia strada. L'obiettivo non cambia: è sempre quello di regalare un team competitivo ad Hans Kossmann».
Facciamo un nome: Dario Bürgler. Oltre che a Lugano, il 28enne attaccante dello Zugo è stato accostato anche all'Ambrì. Riuscirai a convincerlo a vestire biancoblù?
«Ci interessa molto, questo è chiaro. Ci ho parlato, ci siamo confrontati. Spero che i miei argomenti lo abbiano convinto».
Alla Valascia sarebbe grande protagonista.
«Questo è quel che crediamo. Certo da noi, dove sarebbe un punto di riferimento, avrebbe più spazio rispetto a Zugo, Davos o Lugano, dove probabilmente sarebbe uno dei tanti e potrebbe giostrare solo in terza o quarta linea. Però ancora la situazione non è chiara. Dario è sotto contratto con lo Zugo, quindi si deve anche tenere conto del volere del club. Dipende se i Tori vorranno incassare subito qualcosa dal suo trasferimento o si accontenteranno di risparmiare sul suo stipendio. Dipende anche dalla squadra che sceglieranno – insieme con il ragazzo – come “destinazione”. Potrebbero non voler rinforzare un club da titolo e in questo caso noi avremmo maggiori chance».
Si parla sempre di budget. Il Leicester ha vinto la Premier League pur senza essere ricchissimo.
«È stata un'impresa che mi ha riempito di gioia. È successo nel calcio inglese, potrebbe anche accadere nell'hockey svizzero. Di sicuro se hai meno soldi dei tuoi rivali parti svantaggiato. Ma non battuto. Nel nostro caso, per sperare di firmare una stagione positiva, dovremo essere perfetti nel completare la squadra. Dovremo trovare giocatori capaci di integrarsi nel sistema e soprattutto disposti a dare l'anima. Se gli atleti si danno manforte, si aiutano l'un l'altro e tengono sempre il piede pigiato sull'acceleratore, allora tutto puà accadere. Guardate quanto combinammo noi a Praga (raggiunse la finale KHL nel 2014): non avevamo le possibilità di molte rivali ma arrivammo in finale e costringemmo il Magnitogorsk a gara-7...».