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HCLFischer tra il Martensson massacrato e il Pestoni bocciato: «Senza playoff perdo meno capelli»

31.03.16 - 21:12
Ex coach a Lugano e quasi allenatore a Berna: il selezionatore della Svizzera ha sbirciato alla finale tra bianconeri e Orsi: «Chi vince? Uh... bella domanda»
Fischer tra il Martensson massacrato e il Pestoni bocciato: «Senza playoff perdo meno capelli»
Ex coach a Lugano e quasi allenatore a Berna: il selezionatore della Svizzera ha sbirciato alla finale tra bianconeri e Orsi: «Chi vince? Uh... bella domanda»
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LUGANO - Tre panchine in una stagione. Quella occupata fino a ottobre, quella sfiorata a novembre e quella acciuffata a dicembre. Chi meglio di Patrick Fischer può provare a descrivere quello che accadrà tra bianconeri e Orsi (e parlare del rossocrociato mancato di Inti Pestoni)? L'attuale head coach della Nazionale ha chiuso la propria avventura alla Resega dopo un avvio di campionato tremendo. Non è in ogni caso rimasto a spasso a lungo: già dopo qualche settimana dalla Capitale lo hanno infatti chiamato per un nuovo posto, quello fino a quel momento occupato da Guy Boucher. Alla PostFinance Arena gli offrivano 6 mesi di contratto (prolungabile questa primavera), lui chiedeva un anno e mezzo. Non si sono messi d'accordo e così è arrivata la Svizzera.

Lugano e Berna, quel che è stato e quel che sarebbe potuto essere. Lugano e Berna, da sabato una di fronte all'altra per la finale LNA. Già ma chi la spunterà?
«Uh... bella domanda - ha sottolineato proprio Fischer - è difficile dirlo. Non ho una risposta. Stiamo parlando di due squadre molto simili, molto forti, che sono arrivate al top al momento più importante della stagione. Fisiche e tecniche... come piacciono a me insomma. Sarà una serie tirata. Vedrete. Non penso si risolverà in quattro o cinque match, anche se nessuno può sapere davvero come andrà a finire. Quel che è certo è che ci stiamo gustando dei grandi playoff».

Visti da fuori, senza pressione...
«Almeno perdo meno capelli», ha aggiunto Patrick ridendo.

Perché potrebbe vincere il Berna?
«A inizio anno gli Orsi, come il Lugano d'altronde, erano indicati tra i favoriti per il successo finale. Poi hanno avuto problemi, ci sono stati tanti infortuni, il cambio di coach... penso in ogni caso che tutta la tensione accumulata nella corsa per raggiungere i playoff si sia dissolta all'improvviso con la sicurezza dell'ottavo posto. Da lì hanno semplicemente cominciato a correre. Il Berna ha una rosa più completa rispetto al Lugano. Ha quattro linee che giocano forte, quasi tutte allo stesso livello. Il ritmo non cambia molto con giocatori diversi sul ghiaccio e questo può essere un fattore determinante: Zurigo e Davos non soni riusciti a trovare le contromisure all'intensità di Ebbett e soci e alla fine si sono dovuti arrendere. Il Berna non è spettacolare - fa solo le cose semplici - ma è parecchio concreto. I bianconeri dovranno prestare attenzione».

I bianconeri... perché il Lugano potrebbe vincere?
«A livello offensivo è più pericoloso, ha più qualità, degli avversari. E poi, tra i tanti, Hoffmann, Furrer e Martensson stanno lasciando il segno. E ne sono contento, visto che all'inizio non tutti erano convinti del loro ingaggio. Soprattutto Tony, nei primi mesi di stagione è stato massacrato. Così come capitò a Kenta Johansson, col il passare del tempo si è ambientato e ora sta mostrando di che pasta è fatto».

Shedden ha anche Lapierre...
«Grande colpo da parte di Habi e della società, ha portato il coraggio che ancora non c'era nella rosa».

Doug Shedden, il tuo successore, ha dato la scossa.
«Quando c'è un cambio in panchina un'accelerata è quasi normale. I giocatori si sentono responsabilizzati, vogliono dimostrare quanto valgono e quindi danno tutto. Poi la squadra si è stabilizzata ad alti livelli. Già l'anno scorso siamo arrivati vicini a battere un Ginevra molto forte. Ora hanno fatto anche meglio. Sono felice dei risultati che stanno ottenendo. Sono felice per Vicky e per la società, perché so quanto hanno lavorato per arrivare a questi traguardi, e sono felice per la piazza e per i tifosi».

Ci hai raccontato dei pregi delle due squadre. Ma alla fine cosa potrà fare la differenza?
«I particolari. E i portieri. Fino a questo momento entrambi hanno giocato bene; vedremo chi dei due sarà più decisivo nella serie finale».

Lasciamo per un attimo da parte i playoff e parliamo della tua Nazionale. All'ultimo "giro" non hai chiamato Pestoni...
«Ci siamo parlati. Gli ho detto che non lo reputo pronto per i Mondiali e che, quindi, visto il momento particolare della sua carriera, ho preferito non “rubargli” due, tre, quattro settimane. Adesso Inti deve solo concentrarsi e prepararsi al meglio per la sua nuova avventura a Zurigo. Deve pensare al trasloco, sistemarsi bene, cominciare a lavorare... queste devono essere le sue priorità».

La Svizzera viene dopo?
«Ha una grande opportunità con i Lions e non deve sprecarla. La Svizzera c'è sempre ma per raggiungerla deve migliorare. E lui sa dove».

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COMMENTI
 

matteo2006 8 anni fa su tio
peccato se ne sia andato da lugano.

Esse 8 anni fa su tio
Risposta a matteo2006
...tieni all'Ambrì? ;-))

Findus 8 anni fa su tio
sei scarso

SSG 8 anni fa su tio
Risposta a Findus
come anche il tuo commento...

Findus 8 anni fa su tio
Risposta a SSG
perché secondo te sarebbe un allenatore valido?
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