Le Aquile hanno battuto per 2-1 il Lugano rimettendo in parità la serie e facendo il pieno di fiducia. Nonostante il vantaggio di Martensson, i bianconeri hanno sofferto troppo e sbagliato tanto
LUGANO - Colto il preziosissimo break già in occasione di gara-1 della semifinale di playoff, sabato sera il Lugano è tornato in pista ospitando il Ginevra. L'hockey, insomma, si è ripreso il ruolo del protagonista sotto le volte di una Resega stracolma, fatta eccezione per il settore ospiti. Con Kienzle tornato finalmente nel line-up, ma dovendo rinunciare nuovamente a Pettersson, al quale si è aggiunto Vauclair, la truppa di Shedden ha fatto buon visto a cattivo gioco, affrontando le Aquile di McSorley prive di Slater, Rod e Simek.
La sfida, molto tattica ma nel contempo fisica, è stata attraente ed entusiasmante fin dai primi minuti caratterizzati dalla pressione ginevrina. Nulla ha scalfitto il Lugano, neanche il palo colto da Bezina al 6'; i bianconeri da par loro hanno sfiorato la rete in più occasioni, prima con Hofmann e poi con Brunner, per poi bucare Mayer con un vero e proprio gioiello di Martensson in powerplay (18'). Geniale anche l'idea di Shedden di sorprendere tutti, modificando nuovamente il primo blocco con l'uomo in più, togliendo Lapierre e inserendo Hofmann al fianco di Klasen, Brunner, Ulmer e del numero 9. I colpi duri non sono certo mancati: regolare il check di Hirschi che ha messo KO per qualche minuto Loeffel (i due si cercavano e si stuzzicavano da diversi istanti), decisiva la trattenuta di Fransson, dalla quale è nato il gol dell'1-0.
Intensità e agonismo: il filo conduttore del match non è variato neanche nel secondo tempo durante il quale il Ginevra è riuscito a mettere pressione e a farsi preferire. Il Lugano (che ha giostrato davvero tanto con sole tre linee ed è apparso più molle rispetto alle altre uscite) ha peccato in fase offensiva, sprecando alcuni contropiedi davvero succulenti; in zona difensiva il muro ticinese ha retto fino al 39', momento in cui Pyatt - immediatamente dopo un ingaggio offensivo - è riuscito a far cadere l'imbattibilità di Merzlikins, ridando animo e consapevolezza a tutta la truppa ginevrina.
L'impressione di un Lugano più sulle gambe, meno presente e forse più stanco, è divenuta quasi una realtà durante il terzo periodo, vissuto in apnea da tutta la Resega che ha visto Romy e compagni mettere in costante pressione l'intero organico bianconero, imperversando spesso - e a lungo - dalle parti del sempre buon Elvis. Gli errori si sono così moltiplicati, rendendo ancora più fertile il terreno per i ragazzi di McSorley. Fino al suono della terza sirena il risultato però non è più mutato, ma che brividi... Lombardi, in inferiorità numerica, a una manciata di secondi dal termine ha colto un clamoroso palo!
Nell'overtime le emozioni si sono manifestate immediatemente: negli ultimi secondi di powerplay, Martensson ha sfiorato la seconda gemma della serata. Ancor più clamorosa l'occasione avuta e sciupata da Klasen, lanciato da solo contro Mayer (64'): il Top Scorer si è fatto ipnotizzare proprio sul più bello. Rinvigorito e apparso rigenerato, il Lugano ha però pagato a carissimo prezzo le proprie disattenzioni: al primo tentativo dalla parti di Merzlikins, Antonietti (68') ha fatto centro facendo esplodere la rabbia della Resega e di tutta la truppa bianconera.
Ora la serie, martedì, tornerà in terra romanda: il Lugano deve ripetere l'impresa centrata giovedì, ma questa volta - c'è da scommetterci - sarà molto molto dura.
LUGANO-GINEVRA 1-2 ds (1-0; 0-1; 0-0; 0-1)
Reti: 17'49 Martensson (Hofmann, Brunner/5c4) 1-0; 38'40 Pyatt 1-1; 67'23 Antonietti 1-2.
LUGANO: Merzlikins; Furrer, Chiesa; Klasen, Martensson, Brunner; Kparghai, Ulmer; Hofmann, Stapleton, Bertaggia; Hirschi, Kienzle; Lapierre, Sannitz, Walker; Sartori, Fazzini; Reuille, Morini, Kostner.
Penalità: 2x2' Lugano; 5x2' Ginevra.
Note: Resega, 7'405 spettatori. Arbitri: Eichmann, Stricker; Bürgi, Wüst.