Luca Fazzini ha elogiato fortemente il lavoro che sta svolgendo Shedden dal suo arrivo, guardando al futuro prossimo: “Potrei anche restare a Lugano. Ambrì? Che pressione sostituire Inti…”
LUGANO - Poco utilizzato, se non quasi per niente, per oltre due anni, Luca Fazzini a fine stagione arriverà a scadenza di contratto. A leggerla così si potrebbe pensare che la storia d’amore tra il talentuoso numero 17 bianconero e il Lugano non sia mai sbocciato, anche se in effetti non è così. Il prodotto delle giovanili luganesi era legato contrattualmente fino al 2017, ma per far si che il terzo e ultimo anno fosse valido lo stesso Fazzini doveva raggiungere alcuni obiettivi.
È stata proprio l’ala del Lugano a spiegare come si sono evolute le cose: “C’erano degli obiettivi sportivi da raggiungere entro la fine del 2015: in quel caso il mio contratto sarebbe durato tre anni. Non avendoli centrati ora sono in scadenza: è molto semplice, ora vedremo cosa accadrà”, ha sintetizzato Fazzini.
Un contratto particolare, dal momento che è sempre difficile analizzare il rendimento di un giocatore soltanto con le reti realizzate. Spesso anche il lavoro svolto sul ghiaccio o l’importanza in un gruppo possono incidere e fare la differenza… “È vero, ma onestamente quando ho firmato il contratto e sono state inserite queste clausole non mi aveva dato fastidio: mi aspettavo tanto da me stesso, così come la società. Ho fallito in questo, buttando via due anni importanti… adesso sto cercando di riprendermi e con Shedden sto avendo molto più spazio e spero di potermi rifare”.
Frasi dure quelle di Fazzini che negli anni sotto la guida di Fischer ha visto poco il ghiaccio: dov’era il problema? Era Patrick che non si fidava e non otteneva dal suo giocatore ciò che voleva, o era proprio l’ala bianconera che non riusciva a capire ciò che l’head coach pretendeva da lui? “Penso che abbiamo sbagliato entrambi. Lui mi ha dato fiducia e io non sono riuscito a dimostrare il mio valore… è anche vero che giocavo una partita, poi il match successivo ero di nuovo fuori. Penso che sia difficile per un giocatore trovare il giusto feeling in una sola partita: dovresti dargli 15-20 possibilità per permettergli di tirare fuori tutto il suo valore. Io quest’occasione non l’ho mai avuta; adesso invece anche la nostra linea di giovani sta trovando confidenza e sta portando punti. Penso che sia importantissimo”, ha spiegato in modo molto schietto il numero 17 del Lugano.
All’interno di uno spogliatoio, di un gruppo, si creano spesso dei malumori o delle affinità tra persone che non decollano. È forse questa la situazione che si è venuta a creare tra Fischer e Fazzini? “Onestamente non lo so. Fuori dal ghiaccio mi prometteva tanto, mi diceva che avrei avuto un gran futuro qui a Lugano. Ora lui non c’è più, c’è un nuovo allenatore che ha altre idee, che apprezza anche davanti alla squadra il lavoro di noi giovani, e che sta credendo tanto in me: non mi resta che ringraziarlo, abbassare la testa e lavorare duro”.
Il futuro del “Fazz”, in questo momento, è ancora annebbiato, offuscato da tutta questa situazione, ma anche la permanenza a Lugano potrebbe essere un’opzione. “Non è chiuso nulla, potrei anche restare: dovremmo stipulare un nuovo contratto. Quando ho firmato due anni fa avevo grandi aspettative, non sono riuscito a confermare le buone intenzioni, ma ora col nuovo allenatore sto giocando e questo è positivo. Vedremo cosa accadrà, io nel frattempo ascolto e analizzo tutte le offerte che mi stanno arrivando. Sto valutando, anche perché col nuovo allenatore mi sto trovando molto bene e anche per questo sto parlando anche col Lugano. Ambrì? Ci sarebbe un po’ tanta pressione se dovessi prendere il posto di Inti (ride, ndr). Con calma valuterò tutto e deciderò”, ha concluso.