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HCLMerzlikins: “Shedden ti studia. Il rinnovo? L’America è l’obiettivo, Lugano è nel cuore”

21.11.15 - 09:39
Il portiere dei bianconeri prova a restare con i piedi ben ancorati a terra: dopo una stagione trascorsa, spesso, in panchina ora è lui il titolare. “È un momento positivo”
Merzlikins: “Shedden ti studia. Il rinnovo? L’America è l’obiettivo, Lugano è nel cuore”
Il portiere dei bianconeri prova a restare con i piedi ben ancorati a terra: dopo una stagione trascorsa, spesso, in panchina ora è lui il titolare. “È un momento positivo”
HOCKEY: Risultati e classifiche

LUGANO - Dopo aver difeso la porta del Lugano in sole 22 occasioni durante la scorsa Regular Season, e una volta durante i playoff, Elvis Merzlikins durante questo campionato si è preso i pali dei bianconeri e non intende lasciarli più. 17 partite giocate su 23 indicano che, almeno per il momento, il portiere titolare del Lugano è proprio il 21enne lettone. Ma Elvis, critico e con la testa sulle spalle, preferisce non fare voli pindarici…

“Nessuno onestamente mi ha detto che sono il titolare - ha esordito - Non so cosa pensi Shedden, magari per lui sono il numero 1, ma Doug è una persona complicata da interpretare: non sono ancora riuscito a capire quando scherza e quando no. Sono sicuro che anche Manzato vorrebbe dare una mano alla squadra e aiutarla a vincere, ma questo è l’hockey: magari arriverà un momento della stagione in cui il mio stato di forma calerà e sarà lui a giocare”.

I numeri, le statistiche però non mentono… a parte qualche distrazione, sei uno dei migliori portieri della Lega e anche con Shedden hai sempre giocato…
“Onestamente neanche volevo vederle le statistiche, ma ormai… Non posso negare che le cose per me stanno andando bene ma devo restare con i piedi per terra ed evitare alcuni errori, alcuni cali di tensione come successo col Berna”.

Guardando la classifica, possiamo notare che avete incassato ben 69 reti. Col cambio di allenatore la media è però calata: cosa è cambiato?
“Devo dire la verità? Non so dove e cosa abbia cambiato Shedden, non mi intendo di queste cose, ma vedo, ed è innegabile, che la squadra ha modificato il modo di giocare. Noto che anche nelle situazioni speciali siamo più compatti e concreti, nonostante il powerplay contro il Berna sia stato negativo. Il nuovo allenatore ti osserva, studia il tuo comportamento durante gli allenamenti e in partita: a volte ho reazioni di rabbia e da bambino quando subisco gol e a lui queste cose non piacciono. Me l’ha fatto notare fin da subito e quindi devo essere più concentrato su me stesso ”.

L’Elvis portiere si sente più sicuro con questo tipo di gioco?
“Partiamo dal presupposto che io preferisco una partita in cui ricevo 40 tiri, piuttosto che 10. La partita col Berna mi ha stupito e non mi posso permettere errori come sul gol di Blum: mi sono rilassato un attimo e l’ho pagata immediatamente… mi sono arrabbiato molto con me stesso”.

Facendo un passo verso la sfida di Zugo… c’è bisogno di continuità anche in trasferta…
“E pensare che l’anno scorso lontano da Lugano facevamo sempre bene (ride, ndr). È una statistica da cambiare, ma se devo parlare per me stesso posso dire che non sento la differenza emotiva nel giocare alla Resega o in trasferta. Dobbiamo però sapere che lo Zugo è una squadra che viaggia, che gioca un gran hockey, che ha giocatori di gran valore… non mi aspetto una sfida dal punteggio ampio e quindi, a maggior ragione, non posso assolutamente compiere errori come quelli di martedì… Stiamo crescendo, è innegabile, ma la doppia sfida con i Tori sarà interessante: sarà una sorta di mini-playoff in cui dovremo essere bravi a studiarli in casa loro per poi correggere gli errori e prendere le giuste contromisure la settimana dopo. Nel frattempo, però, iniziamo a pensare a sabato...”

Sei in scadenza di contratto e per ora tutto tace. Sei stato draftato da Columbus e hai sostenuto i camp: cosa vedi nel tuo futuro?
“È una bella domanda! Tutti sappiamo che non resterò a Lugano per sempre: è la mia vita, la mia carriera e devo provare a giocare in America. Lugano è la mia casa, in spogliatoio, in città - la più bella per me - e alla pista mi sento in famiglia: mi dispiace anche dirlo per la mia nazione. Se arrivasse un’offerta da parte del Lugano l’accetterei, ma con la clausola di poter andare in America in caso di chiamata: è tutto da vedere. Oltre a essere uno sport, questo è anche un business.”.

Se dovesse arrivare l’offerta dei bianconeri e quella di un’altra squadra svizzera?
“Non avrei dubbi: resterei a Lugano! Con le giuste clausole, ma non ci penserei un attimo. I sorrisi, l’ambiente, il potenziale e tutto ciò che circonda questa squadra è un qualcosa di unico per me… e sono sicuro che a breve riusciremo anche a vincere il titolo”.

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