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WHLTim Bozon e la meningite: "Sono cresciuto, ora voglio la NHL"

28.01.15 - 08:57
L'ex attaccante del Lugano - draftato nella massima lega di hockey nel 2012 - non vede l'ora di poter scendere sul ghiaccio con i Canadiens
Tim Bozon e la meningite: "Sono cresciuto, ora voglio la NHL"
L'ex attaccante del Lugano - draftato nella massima lega di hockey nel 2012 - non vede l'ora di poter scendere sul ghiaccio con i Canadiens
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MONTREAL (Canada) - Tim Bozon - attaccante dei Kootenay Ice in WHL - sta disputando la sua quarta stagione oltre oceano e dopo 254 partite ha totalizzato la bellezza di 279 punti. Ricordiamo che la giovane promessa - cresciuto anche nelle giovanili del Lugano - aveva contratto la meningite nel mese di marzo del 2014, rischiando la vita. Ora - a distanza di un anno - sono cambiate molte cose: il 20enne è ritornato regolarmente sul ghiaccio a suon di reti ed è sempre nell'orbita dei Montréal Canadiens, dai quali è stato draftato nel 2012.

Tim Bozon, cosa ne pensi della tua stagione? Pensi che la WHL sia il trampolino ideale per la NHL?
"La WHL è la miglior categoria giovanile in nord America e chiaramente sono molto felice di giocarci, però penso che quest'anno ero già pronto per il salto in AHL. Dopo tre anni in questa Lega era venuto il momento di diventare un professionista, ho 20 anni e ritornare con gli juniori non era sicuramente il mio obiettivo. Penso che per la mia crescita sia molto meglio confrontarmi con gli adulti, ma dopo quello che mi è successo lo scorso marzo, i Canadiens hanno deciso che sarebbe stato meglio disputare un altro anno in WHL. Sono comunque soddisfatto delle prestazioni fornite finora, sto già lavorando duramente in vista della prossima stagione".

...e quest'estate hai avuto la possibilità di partecipare al rookie camp dei Montreal Canadiens. Che effetto ti ha fatto?
"Si è trattato della seconda volta che ho partecipato al camp della franchigia di Montréal, visto che ho anche avuto l'onore di prendere parte al "big" camp e di giocare una partita amichevole. Indossare la maglietta dei Canadiens è sempre un grandissimo piacere, adesso però il mio obiettivo è quello di giocare finalmente in NHL".

Quando pensi arriverà la chiamata dai Canadiens? Hanno manifestato in più di un'occasione l'interesse nei tuoi confronti...
"Penso che sia solo una questione di tempo, non sono così lontano dalla NHL. Se non avessi contratto la meningite, quest'anno avrei giocato in AHL con gli Hamilton Bulldogs e già nel corso di questo campionato avrei per esempio potuto giocare qualche partita con i Canadiens". 

Vedi il tuo futuro nei Canadiens o pur di giocare andresti in qualunque franchigia? 
"Il mio desiderio è quello di scendere in pista con i Canadiens. La franchigia mi ha draftato e oltre a questo è sempre stata una squadra che mi ha affascinato tantissimo. Farei quindi di tutto pur di essere un Canadien un giorno. D'altro canto il mio sogno è quello di giocare in NHL, quindi se non dovesse presentarsi l'occasione a Montréal, dovrò per forza guardarmi in giro". 

È inevitabile farti una domanda su quello che ti è successo. Che cosa ti ha insegnato "l'incidente" che ti ha costretto a saltare una parte della scorsa stagione?
"La meningite mi ha cambiato tanto, anche se provo a essere il Tim che ero prima. Penso di essere più maturo, più forte nella vita e vedo molte cose da un'altra prospettiva. Questa situazione è stata di grande insegnamento, perché non si sa mai quello che può succedere nella vita. Anche sportivamente, non è stato semplice non poter giocare e vedere i miei compagni in pista: non vedevo l'ora di poter tornare sul ghiaccio". 

Quanto sei cresciuto come giocatore in questi quattro anni? Quale ritieni sia il tuo punto forte? E quello dove devi migliorare?
"Sono un giocatore molto offensivo, però per giocare in NHL bisogna essere piuttosto duttili e capaci di adattarsi anche a un gioco più difensivo. In questi quattro anni in nord America ho lavorato duramente per essere un 2ways player". 

Come mai hai scelto di giocare per la Francia e non per la Svizzera?
"È stato molto difficile per me, anche perché quando sono stato costretto a scegliere avevo solo 15 anni. Volevo veramente giocare per i rossocrociati, visto che in Svizzera sono cresciuto e in Nazionale ci sono tutti i miei amici. In Francia però ha militato mio padre e dopo la carriera che ha fatto lui in nazionale non me la sono sentita di non giocare per la Francia. Nella mia testa volevo anche aiutare i transalpini a diventare una squadra importante". 

Potresti ritornare a Lugano o in Svizzera in un futuro?
"Non si sa mai e perché non finire la mia carriera a Lugano? (ride ndr) Attualmente non ci penso dato che sono concentrato al 100% su quello che sto facendo in nord America". 

Segui il campionato svizzero? Come vedi la tua ex squadra?
"Il campionato è in costante crescita, la LNA diventa sempre più prestigiosa e trovo che sia la migliore Lega in Europa. Il Lugano ha tutte le carte in regola per vincere il titolo".  

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