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FRANCIA 2016 - NUMERO SPECIALIl ritorno del catenaccio che distrugge il calcio

01.07.16 - 07:00
Régis Rothenbühler, formatore di talenti per l’ASF, parla del gioco proposto dalla maggior parte dei tecnici e non è contento del prodotto offerto a EURO 2016
Il ritorno del catenaccio che distrugge il calcio
Régis Rothenbühler, formatore di talenti per l’ASF, parla del gioco proposto dalla maggior parte dei tecnici e non è contento del prodotto offerto a EURO 2016
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PARIGI (Francia) – Siamo entrati nella volata finale di EURO 2016 e le prime considerazioni degli specialisti sono concordi: il calcio ne esce ridimensionato. «L’UEFA ha investito negli ultimi anni sulle federazioni più piccole e il gap si è dimezzato. Per questo sono aumentati i risultati a sorpresa».

Régis Rothenbühler, formatore di talenti per l’Associazione Svizzera di Football, non è soddisfatto del risultato squisitamente tecnico. «I ragazzi si annoiano già a 14-15 anni ad assistere a questo genere di spettacolo, diventa difficile incentivarli quando spesso è l’anticalcio a primeggiare».

I complimenti per Galles, Polonia e Islanda non mancano. «Queste nazionali hanno perlomeno riportato umiltà nel sistema. Non sono più le star a dominare, bensì il collettivo».

Il bel gioco rimane un’incompiuta: «È una situazione che non scopriamo adesso all’Europeo, ma di fatto è peggiorata. Chi pratica un calcio costruttivo, non viene affrontato con lo stesso principio, bensì con un atteggiamento distruttivo».

Difesa ermetica e contropiede. «Che noia questo calcio! Il numero di gol da applaudire diminuisce sempre più e le partite offrono sempre meno spettacolo ed emozioni. Ma gli spettatori continueranno ad andare allo stadio con un simile prodotto?».

La critica è l’ago della bilancia: «Troppi esperti danno peso a questo tipo di vittorie e sono i primi a giustificare il male che sta attanagliando il calcio».

Gli allenatori sono responsabili. «Il primo è José Mourinho, perché ha reintrodotto il catenaccio con l’intelligenza e la preparazione fisica di un alchimista perfetto. I suoi sono atleti, non calciatori, e le palle inattive fanno la differenza. Anche Diego Simeone ha costruito il suo Atletico Madrid con questi principi».

Ma il calcio che piace a Rothenbühler è un altro. «Barcellona, Siviglia, Arsenal e Bayern Monaco, come Belgio, Germania e Galles, propongono un gioco costruttivo che premia la creatività della squadra. Spero si riesca a mantenere i modelli di questi esempi».

La figura centrale rimane l’allenatore, «anche se a EURO 2016 ho visto troppa passività. Mi entusiasmano Löw, Wilmots e Conte per il loro coaching costante. Un tecnico è forte quando propone idee e soluzioni, e lascia un’impronta sulla gara».

Régis Rothenbühler, 46 anni, 17 stagioni da difensore professionista con Neuchâtel Xamax, Servette, Lugano, Lucerna, Chiasso e Malcantone Agno. 19 selezioni con la nazionale rossocrociata, con la quale ha disputato gli Europei del 1996. Dal 2013 tecnico ASF, assistente Under 15 per la nazionale e responsabile delle regioni Ticino, Giura, Berna, Friborgo e Neuchâtel, nonché responsabile del centro di preformazione di Payerne.

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