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ACBBellinzona tra avvoltoi e fallimento, lo stadio è l'ultima spiaggia

21.03.13 - 07:02
Il referendum del 14 aprile deciderà il futuro del club. Ma di possibilità di arrivarci ancora "vivi" e di superarlo da vincitori i granata ne hanno poche
Keystone
Bellinzona tra avvoltoi e fallimento, lo stadio è l'ultima spiaggia
Il referendum del 14 aprile deciderà il futuro del club. Ma di possibilità di arrivarci ancora "vivi" e di superarlo da vincitori i granata ne hanno poche
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BELLINZONA - I giorni passano, i dubbi restano. Come sta evolvendo la situazione, più che critica, a Bellinzona?
Nelle passate settimane c’è stata un’overdose di notizie. Non tutte positive, non tutte esatte. Poi, dopo la conferenza stampa di Giulini, convocata in fretta e furia, le acque intorno alla società granata si sono placate. Tutto si è risolto? Ma nemmeno per sogno: sfortunatamente i guai in cui si è cacciata la dirigenza granata sono tutt’altro che alle spalle.

La calma degli ultimi giorni ha solo stemperato un po’ la tensione ma non ha portato buone novelle. E il silenzio, a volte forzato, a volte inopportuno, sta facendo parecchio rumore, almeno quanto ne hanno fatto il chiasso, le chiacchiere, di fine febbraio e inizio marzo.

Si è parlato di cordate e di investitori ma, per il momento, di certezze non ve ne sono. E allora la paura, quella degli appassionati, quella dei tifosi, quella di una piazza terrorizzata dall’idea di perdere uno dei propri simboli, è tornata a fare capolino all’ombra dei castelli.

La chiave di volta della sopravvivenza di una società storica ha una data precisa: 14 aprile. Il referendum che renderà certezza (o boccerà) le ambizioni di costruire il nuovo stadio sarà, probabilmente, anche quella in cui si deciderà il futuro del Bellinzona.

Eventuali stop, eventuali prese di posizioni nei confronti del club granata non arriveranno dalla Swiss Football League: nel momento in cui i granata pagano stipendi e oneri sociali a Berna sono infatti tranquilli. In caso di ritardo poi, i dirigenti del pallone elvetico possono chiamare in causa la Commissione Disciplinare e al massimo questionare sulla licenza .

Il problema della creatura del presidente Giulini, una SA, riguarda il diritto civile, non quello sportivo. Non si sa quanto ancora gli organi competenti possano attendere che i conti vengano saldati.

Le strade paiono essere solo due: la richiesta di una moratoria concordataria, con la quale nella capitale potrebbero guadagnare qualche settimana e aumentare le proprie possibilità di costruire lo stadio, e il deposito dei bilanci.

La prima, se tutto andasse bene - e, al momento, pare difficilissimo - potrebbe davvero convincere qualcuno, interessato agli introiti per il centro commerciale e non ai risultati sportivi, questo deve essere chiaro, a investire dei franchi sul Bellinzona. Però è comunque complicato che un giudice conceda la moratoria, tenuto conto della difficoltà del pagamento degli stipendi e degli oneri sociali mostrati in questi mesi da Giulini. E poi, per ottenerla, il CdA granata e l’organo di revisione contabile dovrebbero dimostrare di essere in grado di risanare i bilanci e, quindi, di garantire un futuro alla SA.

La seconda sarebbe invece, purtroppo l’anticamera del fallimento.

Alla Swiss Football League non sono più fiduciosi ma solo speranzosi. L’impressione è, comunque, che anche da quelle parti abbiano capito che il futuro del Bellinzona è appeso a un filo. Molto sottile e sul punto di rompersi.

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