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SERIE A«Che errore lasciare Napoli», Behrami si racconta tra Italia, pestoni e la dialettica di Delneri

12.09.17 - 16:01
Il centrocampista rossocrociato ha ripercorso la sua carriera: «In Premier nessuno ti vizia. La Lazio? Ho fatto scrivere dall'avvocato: un errore che non rifarei»
Keystone
«Che errore lasciare Napoli», Behrami si racconta tra Italia, pestoni e la dialettica di Delneri
Il centrocampista rossocrociato ha ripercorso la sua carriera: «In Premier nessuno ti vizia. La Lazio? Ho fatto scrivere dall'avvocato: un errore che non rifarei»
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UDINE (Italia) - «Che errore è stato chiudere con il Napoli per andare all'Amburgo: ho lasciato una piazza incredibile, la Champions per andare a finire in un gran casino, con quattro cambi di allenatore». In un'intervista concessa alla Gazzetta dello sport Valon Behrami ha parlato del suo presente all'Udinese, dove si è subito dimostrato leader, e della sua carriera.

In maglia azzurra il centrocampista rossocrociato ha vissuto i suoi momenti migliori, tant'è che il tecnico che lo ha segnato di più è stato «Mazzarri al Napoli: mi ha fatto migliorare molto dal punto di vista del carattere, a rispettare i compagni, a comportarmi da professionista».

Prima dei partenopei ci fu l'esperienza con la Lazio, chiusa però male «Non male: malissimo. Non mi sono presentato in ritiro, ho fatto scrivere dall’avvocato, volevo andarmene. Errori che ora non rifarei». Poi più recentemente West Ham con Zola e Watford con Mazzarri: sempre allenatori italiani. «I migliori. E la Premer è diversa, ti fa diventare un giocatore vero, torni con una mentalità diversa. Nessuno ti vizia, come in Italia. Ti devi arrangiare: se prendi un pestone in allenamento, ti alzi e continui. Il calcio che piace a me: aggressivo, ma non violento. Il problema è che quando superi i 30 anni non riesci più a tenere certi ritmi. Senza contare che nel 2009, quando mi sono rotto i legamenti del ginocchio, ho seriamente temuto di dover chiudere col calcio». E Delneri? Non parla un po’ troppo veloce? «In allenamento si capisce tutto, in partita è più complicato: col Genoa ogni tanto dovevo farmi ripetere qualcosa dai compagni...».

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