La lite per la “gita” nell'impresa di pittura è stata il punto più basso di un rapporto mai sereno. Domani il confronto, poi l'addio
LUGANO – Paolo Tramezzani è deciso a chiudere la propria avventura a Lugano. Domani, non appena Renzetti tornerà “disponibile” dopo la sua trasferta russa, il mister lo incontrerà, gli parlerà, gli spiegherà le sue ragioni e – a meno di ripensamenti improvvisi (o di blocchi imposti dal "pres") – lo saluterà.
Ma cosa spinge il tecnico, artefice del miracolo bianconero degli ultimi mesi, a chiudere un capitolo tanto felice e ricco di soddisfazioni della sua vita? I motivi sono diversi.
Conscio dei limiti economico-strutturali del club, l'allenatore ha la certezza di non avere a disposizione la bacchetta magica per una nuova impresa la prossima stagione. Perché dunque sporcare un capolavoro con un campionato che difficilmente potrà regalare le stesse soddisfazioni?
L'Europa League poi, così tanto faticosamente conquistata, oltre che ricca e piena di opportunità è anche una pesante spada di damocle sulla testa del club e di chi lo guiderà: senza una rosa all'altezza, ovvero ventidue elementi “veri”, giocare sei match in più fino a dicembre sarà pesantissimo. E di difficile gestione. Il Lugano ha la possibilità di allestire una squadra capace di competere, senza soffrire, per campionato e coppa? Al momento non pare possibile.
Il motivo principale del divorzio, elencati i limiti, riguarda però il rapporto mister-presidente. Negli ultimi mesi Tramezzani e Renzetti si sono sopportati. Dalla rottura della "gita" nell'impresa di pittura in avanti i due hanno fatto buon viso a cattivo gioco. Si sono sostenuti pubblicamente e rispettati in privato, questo è vero; in cuor loro non hanno però dimenticato quanto successo. Nessuno dei due ha, poi, davvero sopportato i modi dell'altro. La voglia di protagonismo del presidente non è andata giù all'allenatore. L'intransigenza del mister non è stata amata dal primo tifoso.
Da gentiluomini e, soprattutto, da professionisti, entrambi hanno anteposto il bene del club e della squadra al loro rapporto. E la "tregua" ha portato all'incredibile cavalcata bianconera. Ora però che l'impresa è stata compiuta, che l'interesse “supremo” è venuto meno, paiono destinati a separarsi. Potrebbero (mal) sopportarsi un altro anno? Molto, molto improbabile. Anche perché i risultati, ovvero il solidissimo collante che ha tenuto tutto e tutti insieme in questa stagione, difficilmente saranno ancora strepitosi.