Cerca e trova immobili

SUPER LEAGUE«Nel calcio non contano le chiacchiere ma solo quello che fai in campo»

22.04.17 - 11:06
Davide Mariani tifoso del Lugano? Quasi: «Seguivo la squadra già l'anno scorso. Che felicità il giorno della firma. Siamo migliorati? Ora siamo più sicuri e aggressivi, vogliamo l'Europa»
TI-Press
«Nel calcio non contano le chiacchiere ma solo quello che fai in campo»
Davide Mariani tifoso del Lugano? Quasi: «Seguivo la squadra già l'anno scorso. Che felicità il giorno della firma. Siamo migliorati? Ora siamo più sicuri e aggressivi, vogliamo l'Europa»
CALCIO: Risultati e classifiche

LUGANO - Lo Zurigo e la Super League, poi tanta Challenge con lo Sciaffusa e infine di nuovo il "paradiso" con il Lugano. Nelle ultime cinque stagioni Davide Mariani ha fatto su e giù per le due massime categorie del pallone svizzero. Forse all'inizio non era pronto per i big. Ora, cresciuto, è invece felice di essersi lasciato la Serie cadetta alle spalle. E in più di aver fatto il salto grazie al Lugano...

«I bianconeri li seguivo già la scorsa stagione - ha ammesso il 25enne centrocampista - e non perché pensassi di poter giocare con loro un giorno. C'era Gianni (Alioski, ndr), giocavano un bel calcio, avevano un modulo interessante, sembrava ci fosse un gran gruppo, con un grande spirito... Non posso dire di essere stato un loro tifoso ma sicuramente mi incuriosivano».

In estate la tua curiosità si è trasformata in certezza: è arrivata la chiamata del club. È arrivato il contratto...
«Quel giorno, quello della firma, ero davvero felicissimo. Tornavo in Super League - e non è mai facile salire di categoria - e lo facevo con la società bianconera. Ho ringraziato tantissimo tutti quelli che hanno reso possibile la chiusura della trattativa».

Anche loro, inteso come i dirigenti bianconeri, avranno ringraziato te: li hai ripagati con prestazioni fin qui positive...
«Ho fatto bene? Non so, questo dovete dirlo voi. Non sono uno di quei calciatori che esalta le sue gesta. Io credo che invece abbia ancora tanto da lavorare. Devo crescere molto, sotto tanti aspetti. I numeri che ho fin qui collezionato sono buoni, ma sono migliorabili. Non posso accontentarmi».

Il Lugano che seguivi in televisione è poi stato anche quello che hai trovato?
«È andata anche meglio di quanto sperassi. Ho trovato un gruppo eccezionale, uno spogliatoio unito, grandi emozioni... sono davvero soddisfatto della scelta fatta».

Con la squadra siete usciti da una situazione complicata e, praticamente, avete già centrato la salvezza. Ora si guarda all'Europa?
«Fino ad adesso la stagione è stata "turbolenta". All'inizio abbiamo fatto bene nonostante i tanti giocatori nuovi che dovevano inserirsi, ma poi siamo calati. Adesso invece siamo in grande crescita. Nonostante tutto, nonostante le belle prestazioni che abbiamo firmato ultimamente, non abbiamo però davvero fatto nulla. Che senso ha festeggiare il quinto posto attuale se non c'è certezza di quel che accadrà a fine anno?».

Quindi?
«Quindi nello spogliatoio ci siamo guardati negli occhi e ci siamo detti che, ottenuta la salvezza, è arrivato il momento di accelerare ancora. Sì, vogliamo la qualificazione alla prossima Europa League. Pensiamo però gara dopo gara e poi, solo alla fine, tireremo le somme».

In questo momento sembrate star bene soprattutto di testa.
«Siamo più sicuri, siamo più aggressivi e pronti a disputare con attenzione ogni partita. Il match giocato contro il Thun è un ottimo esempio del nostro comportamento: li abbiamo aggrediti e ci siamo presi i punti che volevamo. Prima invece non era così. Prima forse ci saremmo distratti e saremmo caduti in qualche trappola».

Tu hai sottoscritto un biennale. Questo non significa però che starai a Lugano anche la prossima stagione.
«Nel calcio non si sa mai quel che può accadere. A volte ti sottopongono un contratto lungo solo per venderti meglio, altre ci sono invece accordi brevi. Personalmente posso solo dire di essere felice di giocare qui, di trovarmi benissimo in questa squadra e con questa società. Certo, come ogni calciatore svizzero ho l'ambizione di poter provare, un giorno, il calcio estero: l'Italia, la Germania, la Spagna... Ma quello è il futuro e come detto, nel pallone, il futuro è sempre un'incognita. Quindi meglio pensare al presente. Meglio concentrarsi sugli allenamenti, da fare sempre al massimo, e sulla partita. Perché nel calcio è solo questo che conta: non le chiacchiere ma come giochi nel weekend, quello che fai in campo».

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
 
NOTIZIE PIÙ LETTE