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COPPA SVIZZERA«Questo trofeo non cancella la retrocessione. Futuro? Potrei rimanere»

29.05.16 - 20:51
La parola a Uli Forte, tecnico dello Zurigo: «Oggi è stata una battaglia. Ora ci saranno dei colloqui con il presidente Canepa»
«Questo trofeo non cancella la retrocessione. Futuro? Potrei rimanere»
La parola a Uli Forte, tecnico dello Zurigo: «Oggi è stata una battaglia. Ora ci saranno dei colloqui con il presidente Canepa»
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ZURIGO - Fallito l'obiettivo della salvezza, Uli Forte si è comunque potuto consolare con il successo della Coppa Svizzera. Arrivato a Zurigo per l'ultimo scorcio di stagione al posto del finlandese Sami Hyypiä, il tecnico dei tigurini ha analizzato così il successo maturato oggi sul Lugano di Zeman. 

«Questa finale è stata come una battaglia, lo sapevamo e ci siamo preparati. Il Lugano veniva da una fase incredibilmente positiva, per questo abbiamo cambiato qualcosa, soprattutto a livello tattico. La nostra idea era quella di attaccarli alti e non farli salire, è andata bene anche se a volte si sono liberati dal nostro pressing».

L'episodio del rigore parato da Favre è stato decisivo, ha l'energia giusta ai suoi...«Favre ha fatto un miracolo, ha dato la scossa alla squadra, da lì in poi tutti hanno preso coraggio e giocato ancora con più grinta. Dopo il vantaggio sapevano che ci sarebbe stato da soffrire, poi con Kerzhakov abbiamo avuto l'occasione del 2-0 ma non abbiamo chiuso i conti. Da lì in poi ogni azione poteva essere pericolosa, ma abbiamo saputo resistere. I tifosi? Alla fine non sapevano se gioire o meno... Abbiamo vinto, ma questo non cancella la retrocessione, questo si potrà solo correggere l'anno prossimo: lo Zurigo dovrà subito risalire in Super League».

La prossima stagione lo Zurigo giocherà in Europa, ma allo stesso tempo in Challenge League... Quale futuro per Forte?

«Ora ci saranno dei colloqui con Canepa. Io non dico di no a prescindere, se il progetto sarà valido potrei allenare lo Zurigo anche il Challenge. Nella lega cadetta ho fatto gavetta, sono partito da lì, prima al Wil e poi al San Gallo dove la situazione era molto simile».

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