Una storia ai limiti dell'incredibile quella che ha visto per protagonista Adrian Solano: «Sono stato discriminato a causa del mio abbigliamento e delle mie caratteristiche fisiche»
PARIGI (Francia) - Una storia ai limiti dell'incredibile quella che ha visto per protagonista Adrian Solano, fondista venezuelano che ha (infine) preso parte alle qualificazioni della 10 km a tecnica classica dei Mondiali di Lahti. A fare notizia non è stata tanto la sua generosissima performance - dopo diverse cadute si è ritirato al sesto chilometro -, quanto la clamorosa disavventura che l'ha preceduta. Solano, infatti, lo scorso 19 gennaio è stato fermato dalla polizia doganale francese al momento del suo arrivo all'aeroporto di Parigi.
«Ho spiegato che ero diretto in Svezia per allenarmi, ma non mi hanno creduto», ha raccontato alla "AFP". «Non pensavano che un venezuelano potesse sciare. Avevo solo 28 euro con me e mi hanno accusato di immigrazione clandestina. Sono rimasto in stato di detenzione per sei ore, nonostante i documenti fossero validi e avessi con me una lettera del mio allenatore e degli altri quattro componenti la delegazione del mio paese».
In seguito, Adrian è stato trasferito in un albergo parigino, dove è rimasto bloccato tentando di spiegare a un giudice di non essere un immigrato illegale, ma un vero atleta. Le autorità però non gli hanno creduto, così gli hanno comprato un biglietto di ritorno, l'hanno messo su un aereo rispedendolo in Venezuela.
Poi, Aleksi Valavuori, personaggio pubblico finlandese, ha raccolto i fondi per aiutare Adrian e farlo giungere in extremis a Lathi per la gara che l'atleta ha poi affrontato tra mille difficoltà e con il sorriso sulle labbra. «Sono stato discriminato a causa del mio abbigliamento, della mia capigliatura e delle mie caratteristiche fisiche. Non ho potuto allenarmi sulla neve, ho perso un mese per questa faccenda», ha poi commentato Solano.