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Il serbo ha poi smentito di infrangere il regolamento che vieta ai giocatori di parlare con il proprio coach durante le partite: "Tra me e Becker basta uno sguardo"
LONDRA (Gbr) - “È da qualche stagione che decido di arrivare a Wimbledon senza giocare tornei sull'erba e negli ultimi due anni ho fatto due finali, quindi significa che la scelta non è così male - ha spiegato Novak Djokovic - È vero che Murray, Federer e Nadal arrivano qui avendo addirittura vinto tornei sull'erba, ma non è una questione che mi riguarda, non mi interessa. Io avevo bisogno di staccare dopo cinque mesi molto intensi, queste tre settimane mi sono servite per riprendere confidenza con la superficie, per imparare di nuovo a muovermi meglio sull'erba, a capire i rimbalzi della palla. Fisicamente, sono al cento per cento, poi ti può capitare un primo turno difficilissimo come il mio, ma io ho fatto tutto quando dovevo per entrare in campo al top".
Il serbo, che debutterà quest'oggi a Wimbledon contro Kohlschreiber, ha poi smentito di infrangere il regolamento che vieta ai giocatori di parlare con il proprio coach durante le partite. Il numero 1 al mondo ha spiegato sul suo rapporto con Becker: "Non serve parlare, e non lo facciamo mai. Tra l'altro, con tutte le telecamere puntate su di noi, ci scoprirebbero subito. Basta uno sguardo, basta un segnale del corpo, basta un gesto d'incoraggiamento".
