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"Sono partita con degli sci di plastica. Le critiche? Non sempre sono facili da accettare"

COMANO"Sono partita con degli sci di plastica. Le critiche? Non sempre sono facili da accettare"

27.05.15 - 06:00
I primi momenti sugli sci, i rapporti con il padre e con le colleghe, le critiche, i social network e tanto altro: la sciatrice ticinese Lara Gut si racconta
Tio-Davide Rotondo
"Sono partita con degli sci di plastica. Le critiche? Non sempre sono facili da accettare"
I primi momenti sugli sci, i rapporti con il padre e con le colleghe, le critiche, i social network e tanto altro: la sciatrice ticinese Lara Gut si racconta
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COMANO - Conclusa la stagione sciistica ormai da diverse settimane ne abbiamo approfittato per fare una piacevole chiacchierata con la ticinese Lara Gut che già da un paio di settimane è al lavoro per preparare al meglio la prossima CdM. 

Lara, raccontaci qualche aneddoto relativo ai tuoi primi momenti sugli sci...
“Sono cresciuta sciando. Ho avuto la fortuna di avere dei genitori che praticavano molto sport. Inoltre avevo i nonni ad Airolo e per questo il week-end era normale andare a sciare. Mia madre e mio padre mi hanno raccontato che per il primo compleanno gli zii mi hanno regalato degli sci di plastica con cui ho trascorso l’estate a camminare in giro per Comano. Semplicemente per me sciare è sempre stata una cosa abbastanza naturale e mai una forzatura”.

Se oggi non fossi sciatrice dove ti vedresti?
“Mi è sempre piaciuto andare a scuola e il fatto di imparare nuove cose mi stimolava. Se non fossi stata un’atleta sicuramente avrei trovato una strada alternativa. Mi piaceva tantissimo anche la lettura e mi ricordo che quando andavo alle elementari mi svegliavo un’ora prima per leggere”.

Quando è arrivato il momento in cui hai detto: “da grande voglio fare la sciatrice”?
“Non ho mai deciso di sciare. Quando ero piccola era un hobby come per esempio giocare a pallone con i miei compagni prima di entrare in classe. A 15 anni poi è andato tutto veloce. In poco tempo ho smesso di fare le gare dei piccoli e mi sono ritrovata “scaraventata” in Coppa del Mondo. Dopo il grave infortunio e alcuni piccoli problemi ho cominciato a riflettere se davvero lo sci fosse la strada giusta. Ed è proprio in quel periodo che mi sono detta “sì, è proprio quello che voglio fare e non soltanto durante il week-end”.

La stagione scorsa è stata caratterizzata da alti e bassi. Cosa ti è rimasto?
“Lamentarsi per aver vinto due gare e un bronzo Mondiale è sicuramente un po’ fuori luogo. In tanti a marzo mi hanno parlato di stagione deludente perchè effettivamente se paragonata a quella precedente non è andata così bene. Lo scorso inverno ho fatto molta fatica in gigante dove ho lasciato per strada diversi punti. E anche in Super-G non ho ottenuto tutte le vittorie dell’anno prima. In CdM non è però scontato. La concorrenza è infatti agguerritissima. Le altre atlete non è che frenano per farti vincere. La preparazione che sto svolgendo in vista della prossima stagione è concentrata proprio sul gigante e sulla fluidità”.

Com’è il tuo rapporto con le altre atlete del Circo Bianco?
“Io paragono sempre la CdM a una classe di scuola dove ci sono compagni che restano tali e te li porti dietro negli anni scolastici, mentre ce ne sono altri che vanno oltre il semplice rapporto scolastico. In CdM funziona un po’ allo stesso modo: nei 2’ di gara anche la tua migliore amica diventa una rivale. Io ho la fortuna di avere delle grandi amiche come la Rebensburg, la Stuhec e la Fenninger con cui ho un grande rapporto anche al di fuori delle piste da sci. In generale noi passiamo tantissimo tempo insieme ed è molto importante avere delle persone con cui parlare e sfogarsi quando magari le cose non stanno andando per il verso giusto”.

Quest’anno si è ritirata Dominique Gisin che deciso di iscriversi all'Università per studiare fisica: che ricordo avrai di lei?
“Prima ancora di essere una grande atleta Dominique è una grande persona. Ho sempre apprezzato la sua intelligenza e sicuramente mancherà. Le auguro il meglio per il suo futuro".

Cosa pensi dei social network?
“Internet va dosato. Una foto che pubblichi sai che se sei un personaggio pubblico fa il giro del mondo. Se la vita privata vuoi che rimanga tale non puoi pensare di mettere una foto con il tuo ragazzo e poi pretendere di non parlarne. Quello che non concepisco è che online alcune persone si permettano di insultarti e poi quando ti vedono in giro ti salutano. Non è facile da accettare questo poiché chi ti critica non si rende conto che anche noi siamo delle persone con dei sentimenti che cercano di fare del loro meglio". 

Feroci critiche spesso ti arrivano anche dal Ticino e dai ticinesi: come convivi con questi giudizi a volte ingiusti e insensati?
“Le critiche le senti sempre, soprattutto quando arrivano da casa. È chiaro che fai sempre più attenzione a un commento negativo piuttosto che a venti persone che ti stimano. È comunque sempre importante guardare il bicchiere mezzo pieno”.

Tuo padre è anche il tuo allenatore: com’è il rapporto con lui?
“Sono cresciuta con mio papà nelle vesti di allenatore. Ogni atleta ha bisogno del miglior allenatore per se stesso, ma non è come leggere un libro che una volta terminato si ha la convinzione di sapere tutto. Con mio padre ho la fortuna di poter dialogare di tutto e questo mi aiuta molto”.

Quali sono i tuoi sport preferiti oltre allo sci?
“Essendo sempre in giro non ho molto tempo per seguire gli altri sport. A volte facciamo pure fatica a guardare le gare degli uomini. Da piccola mi piaceva molto l’arrampicata. Ho ricominciato a giocare a tennis in quanto è uno sport che mi affascina tantissimo, ma faccio fatica a migliorare… (ride, ndr). Quando sono a casa invece mi piace guardare le partite di calcio e hockey”.

Per quel che concerne la vita sentimentale, è un ostacolo per voi sciatrici essere in giro per il mondo diversi mesi l'anno?
“Sono nel Circo Bianco da quando ho 17 anni e per questo non è facile esprimermi in questo senso”.

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